Tiribocchi: "Fonseca è un ottimo allenatore, ma trovo normale che la Roma sia lontana dalle prime quattro in classifica. Tra i giovani mi piace Kluivert"
All'interno della trasmissione Febbre da Roma, in onda su Non è la Radio, è intervenuto Simone Tiribocchi, che tra i vari argomenti ha parlato anche della Roma.
Un pensiero sulla Roma e su mister Fonseca?
"Fonseca si è presentato bene, la squadra è partita benissimo poi ha avuto qualche difficoltà e tanti infortuni. Poi anche qualche calciatore non ha fatto il salto di qualità che si attendeva, magari perché giovani, vuoi perché giocare a Roma è difficile, vuoi perché magari sopravvalutati nelle richieste. Però Fonseca è un ottimo allenatore, mi piace quando va in sala stampa quando deve analizzare le partite, come le prepara, ho visto che anche i calciatori da subito gli hanno dato fiducia. È normale però che la Roma sia lontana dalle prime quattro, sotto tanti aspetti, non solo per la classifica. Su questo influisce anche il discorso societario, sembra che la società stia per essere ceduta poi invece no, poi la questione stadio, non è facile lavorare in un ambiente così anche se sono ad altissimi livelli".
C’è qualche giocatore, escluso Zaniolo, che ti piace particolarmente? Magari un giovane?
"Sono quasi tutti giovani, tranne qualcuno. Quest’anno vedevo molto meglio Kluivert rispetto all’anno scorso. Giovane, arrivato con un cognome pesante e non è facile. L’ho visto molto meglio quest’anno, sulla continuità. Poi peccato per gli infortuni che hanno rallentato la crescita. Stava facendo proprio bene al momento dello stop. Lui è migliorato tanto, invece uno come Ünder che doveva dimostrare di essere da Roma ha faticato. Sai quando hai questi giovani talentuosi serve continuità, nel momento sia positivo che negativo. Magari perdi delle partite, non per colpa loro, e tutto viene messo in discussione. Se hai un progetto devi portarlo avanti con coraggio".
Hai affrontato la Roma diverse volte, hai un aneddoto su Totti?
"Con Totti ci ho fatto il militare, se vuoi un aneddoto. Ci ho fatto il CAR a Pesaro, poi essendo simpatizzante della Roma averlo lì era veramente bello. Facevamo anche le partite a calcetto, io già giocavo, ero a Savoia a mio primo anno da professionista. Lui ha due anni più di me, l’ho visto i primi giorni poi andava e tornava perché gli impegni con la Roma erano tanti. L’ho rivisto anche alla Cecchignola…Diciamo che quando lo affrontavo in campionato, non solo lui ma la Roma proprio, ti dava quel qualcosa in più. Mi ricordo la prima volta che ci ho giocato contro ero al Chievo, e ho anche fatto gol, mi sudavano tantissimo le mani, ma tanto tanto, ero molto emozionato, più che con qualsiasi altra squadra, e questo mi è rimasto impresso".
Tu hai giocato all’Atalanta: pensi che la squadra bergamasca ripartirà come prima dello stop o sarà frenata?
!Penso di no, l’Atalanta oramai è una realtà, non è stato un caso il campionato scorso e nemmeno quello di questo anno o di due anni fa. La squadra ha una sua mentalità, una sua identità e quando sta bene è difficile da affrontare per chiunque, dalla prima all’ultima. Loro basano molto il loro gioco sull’aspetto fisico perché vanno a pressare a uomo a tutto campo, vogliono vincere i duelli, se loro lavoreranno bene adesso penso che l’Atalanta possa fare bene e andare a puntare anche il terzo posto".
Se tu fossi un dirigente della roma chi acquisteresti?
"Non lo so perché secondo me la Roma di talenti ne ha. Se tu hai gente di talento devi dargli continuità. La cosa che ho visto nel corso degli anni è che la Roma comprava tanti giocatori forti poi dopo un anno fatto bene venivano ceduti, quindi io posso anche prenderne uno forte, sognando, però poi se fa bene lo rivendono. Magari prenderei qualche talento in meno ma darei continuità, altrimenti diventa difficile".