Tavecchio: "Vi spiego perché la UEFA non può cancellare la Nations League". AUDIO!

03.11.2020 04:00 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Tavecchio: "Vi spiego perché la UEFA non può cancellare la Nations League". AUDIO!
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Carlo Tavecchio, ex presidente della FIGC, è intervenuto in diretta nel corso di Stadio Aperto sulle web frequenze di TMW Radio: "La Nations League è stata una mia scommessa vinta nella UEFA, un contraltare alla FIFA e al discorso delle Nazionali. Fare marcia indietro per loro sarebbe stato un problema, anche sotto l'aspetto economico. Le manifestazioni non hanno solo un valore sportivo e l'UEFA avrebbe subito una perdita consistente di diritti tv o altre sponsorizzazioni. Potevano, ma non l'hanno fatto di cancellarla: questi sono i motivi".

Cosa bolle nel pentolone dei dilettanti?
"Ho letto il decreto che ha stanziato 50 milioni per le A.S.D. Se si conta che sono 80mila, vedrete che vengono fuori 600 euro per ciascuna: con quei soldi non si pagano neanche le bollette della luce mantenute anche quando c'era la sosta. Alla fine è un cane che si morde la coda, e a furia di rinvii c'è da capire se si arriverà a giugno. La storia economica, in questo momento, sopravanza quella sportiva".

I problemi dei dilettanti non incidono sulla Serie A?
"La riflessione va iniziata dalla Serie A, dove ci sono realtà che hanno buchi di bilancio per centinaia di milioni, e questa cosa non la si risolve se non tramite massicci aumenti di capitale da parte dei singoli soggetti. Essendo il calcio tra le cinque aziende che procurano PIL, dovrà essere un intervento statale ad aiutarle. Ma vorrei capire a quel punto come si giustificano gli stipendi milionari...".

I calciatori dovrebbero fare un passo indietro?
"Tutto è cambiato, c'è una revisione totale e non possiamo più pensare di avere i nababbi. Se il costo del personale è 90% dei bilanci, dove si vuole andare? Anche in Serie B andrà studiato qualcosa. Della Lega Pro non ne parliamo proprio, sarà un pianto".

In Serie C continuano i problemi...
"Dissi che la madre di ogni battaglia era la riforma dei campionati: 18 in A, 18 in B e due campionati a 18 massimo in Lega Pro. Così saremmo nella media europea: non possiamo permettercele le oltre cento società professionistiche".

Come giudica Spadafora?
"Il Ministro intanto dovrebbe parlare della riforma, perché non si sa a che punto sia. Il Parlamento l'ha già approvata, ora dovrebbe portarla in Consiglio... Ma se c'è qualcuno, batta un colpo".

Champions ed Europa League come stanno rispondendo al momento, ci sarà un ridimensionamento?
"Ormai l'unica risorsa per tutti sono i diritti tv... Sicuramente saranno ridimensionato, ci sarà una ridistribuzione razionale con competenza dei vari step che andavano fatti. Guardiamo il mercato dei calciatori: è asfittico, chi spende milioni per non avere più riscontri economici?".

Il Conte che vede oggi all'Inter è lo stesso che ha portato in Nazionale?
"Non saprei cosa dire (ride, ndr). Il Conte della Nazionale era quello che trasportava un paese, oggi... Club e spirito sono diversi, in Nazionale aveva carta bianca. Bisognerà capire".

Sono dieci anni che nessuna italiana vince in Europa.
"Se noi diamo sempre la preferenza al calcio straniero, soprattutto africani e sudamericani, i nostri calciatori difficilmente trovano spazio nei club e non potranno maturare. Questi sono i risultati".

Come va l'organizzazione degli Europei?
"Abbiamo la fortuna di fare l'apertura a Roma e altre tre partite. Questo non era mai successo in passato, e ne ho parlato a lungo con Ceferin. Speriamo che il COVID-19 rallenti e ci dia la possibilità di riempire comunque gli stadi".