Studenti a Trigoria, Pradè: "Sapersi mettere in gioco e non arrendersi mai"

14.05.2010 12:30 di  Redazione Vocegiallorossa   vedi letture
Fonte: asroma.it
Studenti a Trigoria, Pradè: "Sapersi mettere in gioco e non arrendersi mai"
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© foto di Pietro Bertea

Ieri, giovedì 13 maggio, il Master dello Sport, Master Internazionale in Strategia e Pianificazione delle Organizzazioni, degli Eventi e degli Impianti Sportivi, delle Università di San Marino e Parma ha visitato la A.S. Roma. Gli studenti hanno avuto l’opportunità di assistere alla sessione mattutina degli uomini di Ranieri tenutasi in vista dell’incontro di domenica contro il Chievo Verona.
Una visita completa alle ‘aree’ che caratterizzano il prezioso quadrato verde dedicato alla preparazione degli atleti, poi il pranzo rigorosamente basato sulla dieta seguita dai calciatori a completamento della emozionante esperienza. Come cornice nel primo pomeriggio l’immagine della partita della Primavera, AS Roma – Chievo.
Seconda parte della giornata dedicata ad una lezione speciale nella “Sala Champions” di Daniele Pradè, direttore sportivo AS Roma. A introdurlo agli studenti del Master è stato Gian Paolo Montali docente del corso e dirigente della società giallorossa. “Il suo compito è quello di scegliere giocatori che facciano bene alla squadra e cerchino di raggiungere gli obiettivi della società, sviluppare i contatti iniziali con allenatore, procuratore, società, considerando anche l’aspetto contrattuale: in pratica lavora a 360° sulla gestione della società”. Il DS Pradè ha raccontato la sua passione per il calcio paragonandola ad una malattia, ad uno stato di passione tale da non vedere altro sport a parte il calcio. “Prima di ogni cosa viene la palla, conoscere i giocatori, saper respirare l’odore dell’erba del campo.

Bisogna fare anche tanti sacrifici. A 21 anni ho iniziato ad occuparmi di una squadra dilettantistica di Roma. Mentre tutti i miei coetanei prenotavano le vacanze, io trascorrevo le mie giornate di ferie partecipando ai ritiri estivi. La mia è stata una malattia per il calcio che mi ha coinvolto in un percorso che mi ha portato a lavorare nel mondo professionistico. Non ho tuttavia trascurato il resto: infatti, ho proseguito miei studi universitari e a 26 ho iniziato la ma carriera.
Sapersi mettere in gioco e non arrendersi mai sono i segreti di una carriera da vero professionista. Vi invito a credere fortemente nei vostri sogni e ad impegnarvi al massimo per realizzarli. Solo la costanza e la determinazione portano risultati.” L’intervento si è poi concluso con un’esortazione: “Faccio il tifo per voi!”.