Stefano Impallomeni: "Se Totti avesse giocato sempre da centravanti, avrebbe segnato quattrocento goal"
Intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport, Stefano Impallomeni, ex calciatore della Roma e ora giornalista Sky, ha parlato di Francesco Totti, nel giorno dell' anniversario del suo esordio in serie A.
Venti anni fa Francesco Totti esordiva con la maglia della Roma a soli sedici anni.
"Oggi è un giorno fantastico che celebra l'esordio di un grandissimo fuoriclasse, capimmo che era un fenomeno già nel periodo di Mazzone, anche se l'allora tecnico della Roma non lo impiegava quasi mai. Ci chiedevamo perché non giocasse, forse lo si voleva preservare, ma quando un giocatore è forte deve giocare sempre. Sono sicuro che se Totti fosse andato fuori Roma per fare esperienza avrebbe solo perso tempo, io avrei voluto vederlo in campo da subito come El Sharaawy che gioca titolare perché è forte o anche come Balotelli che esordì a diciassette anni e fu subito impiegato con continuità da Mancini. La mentalità italiana è sbagliata, quando sei giovane devi scendere in campo il più possibile, acquisisci esperienza, tempi di gioco, conosci gli avversari e maturi molto più in fretta".
Il primo goal fu contro il Foggia.
"Già da quel goal capii subito che lui non era un giocatore normale, ma un fenomeno per questo era un peccato tenerlo in panchina o farlo entrare a partita in corso. Francesco è sempre stato umile, non si sarebbe montato la testa anche perchè aveva le idee chiare già a diciotto anni. Quando una volta lo intervistai, lui disse che preferiva giocare da seconda punta, anche se, secondo me, sarebbe stato da subito un grande centravanti. Totti può giocare in qualsiasi parte del campo, ma rende al massimo se è il più vicino possibile alla porta. Spalletti ebbe questa intuizione e lui in 4 anni e mezzo, considerati gli infortuni, ha fatto quasi 80 gol; è una media impressionante, oggi avrebbe superato i 400 goal".
Qual è il suo gol più bello e quale dote calcistica e caratteriale ti piace di più in lui?
"Tra le reti più belle ci sono quella di Genova contro la Sampdoria, il cucchiaio di milano contro l' Inter e quello del derby del 5 a 1. La sua dote tecnica migliore è il tiro, di una potenza devastante, ma preciso e morbido, e la qualità di sapere sempre cosa fare con il pallone, che è tipica dei grandi e del calcio totale olandese. La sua dote caratteriale migliore è quella di affrontare ogni impegno come se fosse una finale; mantiene sempre una concentrazione altissima, senza cali di tensione. Questa è la grande dote dei campioni come Totti, Del Piero e Maldini".