Paparesta: "Occorre una Federazione autonoma degli arbitri"
"Ieri sera ci sono stati una serie di episodi tutti penalizzanti per la Roma e dispiace perché ci saranno provvedimenti disciplinari - Queste le parole dell'ex arbitro Gianluca Paparesta ai microfoni di Radio Incontro durante la trasmissione 'Diario di Bordocampo' - Mexes prende tre giornate, non per un fallo che non ha fatto, ma per la reazione eccessiva. Le società devono far capire che bisogna saper accettare le ingiustizie e poi proporre i giusti reclami nelle opportuni sede. Mexes ha rischiato di compromettere la sua carriera se non fosse stato fermato dai compagni. E' fondamentale far capire a tutti i giocatori che la decisione dell'arbitro deve essere accettata anche se a volte ingiusta. E' da quattro giornate che si verificano episodi clamorosi come per esempio l'espulsione di Colucci la settimana scorsa. Questi errori sono frutto di un clima non sereno negli arbitri perché manca una guida forte. Collina è stato tre anni e doveva portare una rivoluzione nella classe arbitrale, invece gli arbitri in questo momento sono allo sbando. La Federazione dovrebbe porre un rimedio ma c'è un sistema dirigenziale che va completamente rivisto e strutturato in maniera diversa. C'è solo confusione alimentata da un presidente che vuole fare il designatore, da un ex designatore che pensa di essere designatore Uefa e gli arbitri non sanno se seguire Braschi o no. Braschi in questa situazione è il meno responsabile. L'organizzazione dell' associazione è fallimentare". Quale può essere la soluzione? : "Una Federazione autonoma degli arbitri, un azzeramento di questa dirigenza che ha portato a un impoverimento tecnico e una mancanza di serenità degli arbitri perché oggi è inconcepibile vedere un bravo arbitro come Russo sbagliare molto nelle ultime due partite. Io capisco lo sfogo di Pradè, non era uno scagliarsi contro gli arbitri, ma evidenziare una situazione di grande difficoltà dovuta a un susseguirsi di decisioni. E' la mancanza di serenità e di una guida forte la causa di questa situazione". Un nome per questa guida? : "Ci sono persone autorevoli. La Federazione inizi a valutare l'operato di questa dirigenza. Beretta nel discorso precampionato ha detto che l'Aia deve fornire un servizio al campionato. Un servizio viene fornito da un'associazione autonoma con una guida forte e decisa e in Italia questa non c'è".
Paparesta è l'unico che ieri ha commentato l'operato degli arbitri : "C'è questa sorta di censura da parte dell'Aia e non ne so il motivo. C'è un fatto strano che probabilmente può essere una delle cause che poi portano a questa poca serenità degli arbitri e queste decisioni che risultano incomprensibili. Io sono un arbitro e mi sento ancora un arbitro anche se mi sono dimesso dall'Associazione. La circostanza è che il vertice, soprattutto nella figura del Presidente, si è presentato sostenendo che avrebbe fatto parlare gli abitri in tv, avrebbe fatto sì che gli arbitri potessero spiegare le loro decisioni invece dopo un po' ha chiesto la chiusura totale da parte degli direttori di gara in tv e questo atteggiamento non lo condivido".
Gli arbitri si sono mai opposti alla tecnologia? "Nel 2004 rilasciai un intervista sulla Gazzetta. Dissi che la tecnologia era l'ideale, sarebbe positivo poter contare su una telecamera che possa mostrare bene l'accaduto. Il giorno dopo mi chiamarono i vertici arbitrali per rimproverarmi. Sono favorevole, facciamo una proposta concreta, non ci nascondiamo dietro la scusante di Blatter. Iniziamo come Federcalcio di occuparci del mondo arbitrale".
Le manca arbitrare ? "Gli errori per gli arbitri ci sono sempre, evidentemente Paparesta era troppo autonomo e hanno preferito accantonarlo nonostante sia stata dimostrata l'estraneità a tutte queste brutte vicende però ormai è un capitolo chiuso. Mi dispiace perchè mi manca il campo e anche perchè non capisco l'accanimento nei miei confronti da parte dell'associazione. Tutto l'ambiente era propenso a un mio ritorno".