Padova, Sogliano: "Zaccagni pronto per il grande salto". AUDIO!

10.12.2020 02:00 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Padova, Sogliano: "Zaccagni pronto per il grande salto". AUDIO!
Vocegiallorossa.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Sean Sogliano, DS del Padova, è intervenuto in diretta ai microfoni di TMW Radio. Nel corso della trasmissione Stadio Aperto, il dirigente ha iniziato col parlare di Matteo Lovato, difensore ex biancoscudato oggi all'Hellas Verona: "Siamo contenti, quando porti un giovane a giocare in Serie A è una soddisfazione. Il ragazzo sta facendo bene, oggi a Verona lavorano con molti giovani e ottengono buoni risultati: è passato da fare 15 partite in Serie C ad essere titolare in A. Un salto che non sempre è facile e possibile, ma si vedeva che aveva struttura e che sapesse stare in campo. Siamo contenti per lui, ed è di stimolo per insistere su un settore giovanile dal quale il Padova storicamente ha sempre tirato fuori giocatori molto interessanti".

In Italia si fa troppo scouting sull'estero?
"In B e C qualcosa si può trovare. Le squadre che all'estero ammiriamo perché piene di giovani è perché li fanno anche maturare, mentre da noi vogliamo ottenere subito risultati. Gli alti e i bassi ci stanno, ma prima giocano e prima crescono".

In che direzione va la Lega Pro?
"In questo momento è difficile trovare una formula perfetta per il campionato, sono sessanta squadra in tre gironi e con poche promozioni. Vincono in tre, e c'è un playoff che secondo me è esagerato, con ventiquattro squadre. Se si vede che ci sono anche città importanti scese in C, dopo anni di A e B, si capisce come anche il campionato stesso sia difficile. Per la formula non saprei, ci sono troppe realtà diverse, ed è una cosa che non va tolta al calcio, ma con sessanta squadre si trovano situazioni totalmente diverse, che necessitano di riflessioni".

Si è mai spiegato perché Paponi non abbia rispettato le attese?
"Lui lo sa meglio di me, da ragazzino era considerato un talento, uno che doveva fare una carriera diversa. La Serie A l'ha assaggiata poco, tra Parma e Bologna, e nel mentre ha fatto pure un'esperienza in Canada... Sicuramente lui è un buono, e a volte i buoni fanno scelte sbagliate. Come ragazzo è molto serio, professionale: non è per questo che non ha fatto la sua carriera. Capita spesso che si faccia meno di quanto si valga, ci sono anche situazioni di regolamenti, ad esempio le liste a 18 in B, che hanno cambiato lo scenario e tolto spazio ad alcuni calciatori che avrebbero potuto riproporsi in una Serie B. Noi ancora non abbiamo beneficiato delle sue prestazioni perché si è fatto male a inizio campionato. Lo scorso anno è stato capocannoniere a Piacenza, e speriamo ci possa dare una mano".

Cos'è cambiato a Verona?
"Stanno seguendo una linea. L'allenatore vuole giocatori con caratteristiche per quello che chiede, e riescono ad ottenere il massimo da ognuno. Chi arriva prende questa mentalità. Secondo me il Verona si sta riconfermando, e solitamente è la grande difficoltà della Serie A: vuol dire che stanno lavorando bene".

Zaccagni è pronto per il grande salto?
"Me lo ricordo bene perché quando ero a Verona l'abbiamo preso per la Primavera, in un percorso con tanto di gavetta in C. La personalità non gli è mai mancata, sin da ragazzino aveva quel piglio anche un po' sfrontato, ma che in campo gli dava qualcosa in più. Oggi è cresciuto, ma è quella la caratteristica che serve per fare il salto di qualità".

Chi è oggi l'allenatore su cui scommettere in Serie A?
"Bella domanda, perché dovresti conoscerli prima. Ci sono allenatori che in questo biennio stanno facendo cose importanti".

Tipo De Zerbi?
"Sì, lui sta facendo ottimi risultati. Poi dipende dalla squadra che si ha a disposizione...".

L'accoppiata Sogliano-Mandorlini, a proposito di coesione, porta sempre risultati.
"Verona la ricordiamo con grande affetto sia io che il mister, ora siamo in Serie C ed è un altro capitolo. Siamo partiti bene, ma il campionato è davvero equilibrato. Qui poi bisogna sporcarsi: non c'è la ribalta, ma solo la passione per questo sport. Io ho sempre detto che non guardo la categoria, ma dove posso fare il mio lavoro".