Minotti: "Era prevedibile che la Roma facesse più fatica quest'anno, dopo le cessioni di 3/4 giocatori cardine. Di Francesco farà carriera"

28.12.2018 18:40 di  Simone Ducci  Twitter:    vedi letture
Minotti: "Era prevedibile che la Roma facesse più fatica quest'anno, dopo le cessioni di 3/4 giocatori cardine. Di Francesco farà carriera"
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© foto di Marco Rossi/TuttoCesena.it

Lorenzo Minotti, ex difensore del Parma e ora commentatore sportivo, è stato intervistato durante il Match Program.

La Roma va a Parma, che gara sarà?
“Entrambe le squadre vengono da una vittoria quindi sotto l’aspetto psicologico sono in un trend positivo. Il Parma, dopo una battuta di arresto di quattro partite, è riuscita a riprendersi. Non ha creato molto gioco, ma è riuscita a vincere. Anche la Roma ha preso sicurezza, nella gara contro il Sassuolo, è stata protagonista incontrastata. La gara tatticamente quindi è già scritta con il Parma che aspetterà l’avversario cercando di colpire in contropiede e la Roma farà la prima mossa. Cercando di imporre il suo gioco”.

Che cammino ha fatto la squadra di Di Francesco?
“La squadra ha fatto più fatica dello scorso anno ed era prevedibile. Avendo dato via 3/4 giocatori cardine era fisiologico. Andavano ritrovati certi equilibri, è stata data fiducia ai giovani di qualità che ci sono, ma andavano aspettati. Credo sia anche mancato Dzeko dei giorni migliori, al quale la Roma non può rinunciare”.

Come mai un’alternanza di prestazioni così diverse?
“È legato a quello che dicevamo prima, sono cambiati alcuni giocatori, si sono inseriti alcuni giovani ed è normale che sia venuta meno un po’ di continuità. Inoltre, tutti conosciamo la piazza di Roma, così esigente…”.

Non ha mai menzionato il mister, qual è il suo giudizio su Di Francesco?
“È un allenatore che farà una grande carriera, ha carattere e idee. L’unico neo che posso evidenziare è che all’inizio era molto legato al 4-3-3 che seguiva con assiduità con qualche bella eccezione come la partita con il Barcellona. Quest’anno si è adeguato alle caratteristiche dei giocatori nuovi arrivati e ci sta che quando cambi paghi dazio. Credo sia per lui un passaggio professionale importante”.

E il Parma?
“Credo sia la rivelazione di questo campionato, era inimmaginabile trovarla a 25 punti a questo punto. Psicologicamente forse è un pezzetto più avanti rispetto alla Roma perché non ha nulla da perdere. La partita al Tardini sarà solo una festa”.

Il suo legame con Parma ha radici lontane, se dovesse scegliere un momento?
“L’ultima giornata di campionato, la partita contro la Reggiana, il derby che significò per noi la promozione in serie A. Nell’87 il Parma viveva bene la sua situazione in Serie B, la mission era mantenere la categoria e far crescere i giovani. Quell’anno con il passaggio in Serie A si sono aperti orizzonti diversi ed è stata un’escalation. Piano piano abbiamo vinto una Coppa Italia, una Coppa Uefa e una Supercoppa Uefa. Siamo arrivati a far parte delle sette sorelle di fine Anni 90. Un’avventura irripetibile come l’amore, quando la prima volta non si scorda mai”.

La seconda volta fu molto diversa…
“Ci fu un primo passaggio dal 2001 al 2005, quando smisi di giocare e arrivai dirigente, feci anche il team manager. Ma poi tornai nel momento in cui Nevio Scala fu artefice della rinascita. Il mister chiamò accanto sè i giocatori a lui più legati. Dal Parma avevamo avuto tanto. Partimmo dai dilettanti; ci siamo dovuti calare in una realtà sconosciuta con entusiasmo e voglia di rinascita. Poi purtroppo le nostre strade si sono divise, ma porteremo sempre nel cuore di aver dato il via alla rinascita”.

Siamo al giro di boa, che campionato è stato è secondo lei?
“Davanti la Juve era prevista e anche Napoli e Inter si sarebbero giocate terzo e quarto posto. Mi aspettavo qualcosa di più dalla squadra di Spalletti e invece immaginavo qualche difficoltà per la prima stagione di Ancelotti, invece si è verificato l’opposto. Lazio, Roma e Milan sono dietro, ma le immaginavo a questo punto, un po’ sganciate dal resto del gruppo”.

Qual è la la sua opinione dopo quanto accaduto fra i tifosi di Napoli e Inter?
“Le regole ci sono e credo che la soluzione più forte possa arrivare dai calciatori. Potrebbero prendersi delle responsabilità e mettersi in prima fila e sfruttare il piedistallo dove sono. A livello istituzionale va ripensato tutto da capo e dare ordine, bisogna ripartire dalle basi e vanno puniti i colpevoli”.