Marco Giallini: "Ho bei ricordi dei derby vinti, il 5-1 in particolare"
L'attore Marco Giallini, tifoso romanista, ha parlato della partita contro la Lazio in programma questa sera alle 20.45:
Marco, cos'è il derby?
«E' una partita che abolirei. Sono 90 minuti teribbili dove tutti, romanisti e laziali, firmerebbero per un pareggio per paura di non farsi del male. Tra romanisti e laziali si è amici fino alla sera prima della partita senza neanche conoscersi per tutta la giornata fino a quando il derby non è finito».
Sei autore e vittima di sfottò?
«Sempre. Mi piace tanto quando ci si prende in giro in maniera divertente senza entrare nella volgarità. Una volta, dopo un derby perso, ho ricevuto un sms dal mio amico fraterno Bruno tifosissimo della Lazio che scrisse: "A Marchè... chiamami che te devo dì 'na cosa". Lo trovai geniale. Recentemente fui vittima di un'altro scherzo sul set di "Una Famiglia Perfetta" in occasione della sconfitta contro il Bologna. Premetto che quando si girano scene in automobile è lo stesso attore a farsi il ciak. Il direttore della fotografia Fabrizio Lucci fece scrivere il nome di Gilardino e dalla trasmittente, che veniva usata per le comunicazioni con il regista Paolo Genovese anche lui tifoso biancoceleste, mi fecero sentire l'inno della Lazio. Ormai è un'abitudine».
E quando la Roma vince?
«Mando almeno una cinquantina di sms».
Qual è stato il derby più bello che hai vissuto?
«Il primo che ricordo con grande affetto è il 5-1 con il poker di Vincenzo Montella. Però devo dire che ho ottimi ricordi di tutti i derby vinti».
E tra quelli più brutti?
«Quelli li ricordo un po' meno (ride, ndr). Sicuramente la stagione più brutta è stata quella dei 4 derby persi in quando c'era Zeman sulla panchina. Ricordo che in quel periodo giravo un film insieme a Valerio Mastandrea. Alla fine del quarto derby volevamo tentare il suicidio di massa».
Non pensi che questa voglia di supremazia cittadina faccia male ad entrambe le squadre?
«Secondo me la Roma e la Lazio non potranno mai diventare come altre squadre abituate a vincere anche perché lasciano andar via giocatori molto forti dopo poco tempo. Mi dispiace vedere che il prossimo anno la Roma potrebbe fare a meno di Osvaldo o Marquinhos. Se si vuole fare il salto di qualità definitivo bisogna tenere in squadra i giocatori forti; mi sto chiedendo ancora adesso perché è stato ceduto Vucinic. Ti accorgi dell'importanza di avere un fuoriclasse per come innervosiscono gli avversari».
Chi saranno secondo te gli uomini derby di stasera?
«Destro ha buone chances e poi Totti e Perrotta che rappresentano la vecchia guardia capace di mettere sempre paura alla Lazio. Peccato che non ci sia più Delvecchio».
E per quanto riguarda la squadra biancoceleste?
«Klose fra tutti e poi metto anche Mauri che è uno dei giocatori più importanti della Lazio. Ho sempre pensato che sia stato sottovalutato come calciatore».
Il simbolo per eccellenza della Roma è Francesco Totti che ha tagliato il traguardo dei 20 anni in serie A. Che pensiero hai per il capitano giallorosso?
«Il capitano è il capitano. Mi è venuto spesso da ridere quando ho sentito che quest'anno è più forte di altri anni. Lui lo è sempre stato. Sono sicuro che se avesse giocato come prima punta avrebbe segnato molte più reti. E' un giocatore che in una squadra come Real Madrid o Barcellona avrebbe vinto senza alcun tipo di problema il Pallone d'Oro. Sarà molto triste non vederlo più in campo quando deciderà di smettere».
Un messaggio per i tifosi della Lazio?
«Non ho nessun messaggio in particolare. Semplicemente... vinca il migliore!», ha dichiarato a ilpagellone.it.