Jacopo Volpi: "La Roma deve migliorare in tutto"
TuttoMercatoWeb ha intervistato in esclusiva Jacopo Volpi, vice direttore di Rai Sport, che ha analizzato la partita Napoli-Roma. Queste le sue parole:
Napoli e Roma arrivano entrambe da pareggi che però hanno significati differenti: una frenata per i partenopei a fronte di un'accelerata per i giallorossi. Che gara sarà quella del posticipo di questa sera?
"Sicuramente una gara molto bella e molto aperta. La Roma, secondo me, contro la Juventus non ha fatto dei grandi miglioramenti dal punto di vista tattico, ma ha compiuto grandi passi avanti sul piano dell'approccio alla partita, cambiando un poò il suo gioco mettendoci grande grinta, cuore e determinazione è stata una partita che poteva vincere o anche perdere, è stato molto bravo il portiere dei giallorossi in tre-quattro situazioni, così come la Roma ha avuto le sue di occasioni. Sicuramente lasciare il via libera agli attaccanti del Napoli, come è successo con la Juventus e non solo, significherebbe sconfitta sicura per la squadra di Luis Enrique. La verità è che la Roma veniva da un momento pessimo e quindi saluta con piacere il pareggio con la Juventus, mentre il Napoli rimane in un grande momento, ma non può salutare con altrettanto piacere il pareggio a Novara, però chiaramente le fatiche di Champions e la grande euforia si saranno fatte sentire".
Cosa ha bisogno il Napoli per essere competitivo in campionato?
"Credo poco, nel senso che servirebbero un paio di giocatori titolari e un cambio in attacco. Mascara riesce a essere un buon sostituto, ma non è sicuramente al livello dei famosi tre tenori e un paio di uomini fra difesa e centrocampo, quando si disputano due importanti competizioni come il campionato e la Champions e teoricamente bisogna contare anche la Coppa Italia, anche se fino ai quarti di finale sono partite a eliminazione diretta, aiuterebbero molto. Secondo me il problema del Napoli è solo numerico".
Cosa serve alla Roma per raggiungere continuità di prestazioni di buon livello che poi si trasformano in risultati positivi ai fini della classifica?
"La Roma deve migliorare in tutto e farlo in tempi brevi, perché anche i grandi progetti e le grandi rivoluzioni devono passare assolutamente per dei risultati. Se non ci sono risultati positivi strada facendo, nessuno si arrabbia se si perde con il Milan o con un'altra grande squadra, però tutti possono arrabbiarsi se si gioca male contro formazioni che sono considerate molto inferiori dal punto di vista dei giocatori e dell'ossatura tecnica. Quindi la Roma deve migliorare moltissimo in fase di non possesso palla, perché ancora regala troppo agli avversari e, secondo me, deve modificare qualcosa del famoso possesso palla che spesso non è finalizzato al tiro in porta perché la Roma non riesce ad arrivarci".
Ci sono voci che DiBenedetto possa, se non proprio lasciare la proprietà della Roma, almeno divenirne un esponente secondario. In un momento così delicato per la squadra questi rumors potrebbero acuire i problemi della squadra?
"Non credo che i giocatori in campo pensino a quante deleghe ha DiBenedetto. Sicuramente la situazione generale potrebbe essere un pochino meno serena perché, quando comincia ad arrivare più di uno spiffero, diciamo così, dalle mura amiche della società sulla possibile perdita di deleghe del presidente vuol dire che lui o le vuole perdere o non è d'accordo sul progetto che sarà oppure su altre cose. Ma non credo che questo aspetto in tempi brevi possa riversarsi sul campo, i problemi della Roma sono di ordine tecnico e tattico e non altri".
Potrebbe destabilizzare la tifoseria che una società importante come la Roma, che ha cambiato da pochissimo la proprietà e la dirigenza, sembri di nuovo vicina ad altri mutamenti?
"Sì potrebbe essere destabilizzante perché il tifoso della Roma vive di grandi passioni e di grandi emozioni e dà delle aperture di credito, però non vorrebbe essere preso in giro e vuole vedere il grande impegno della squadra, poi un certo tipo di gioco o un altro o l'attaccante Caio o Sempronio fa più o meno lo stesso. L'importante è che il tifoso non si senta preso in giro altrimenti poi molla la squadra, come si dice da queste parti".