Italia, Tavecchio: "L'addio di Conte? Speravo rimanesse. Buffon è l'immagine del calcio azzurro"
Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Anch'Io Lo Sport:
L'addio di Conte?
"Nel 2014 con Conte abbiamo fatto un contratto biennale, con un accordo quadriennale con la Puma di quattro anni con la speranza di convincerlo a rimanere. Ci ho sperato, consapevole però che avesse firmato per due anni di accordo".
Il problema di rapporti con i club alla base dell'addio di Conte?
"Non credo perché noi abbiamo rispettato gli standard FIFA. Conte ha chiesto di più, correttamente, perché ha ricostruito una situazione non facile. Purtroppo gli impegni delle squadre che rientrano negli accordi FIFA e UEFA sono questi. Conte credo senta il bisogno normale per un tecnico di tornare a sentire il profumo del campo e dello spogliatoio. Credo sia questo il motivo del suo addio".
Il nuovo ct?
"Nel 1982 e nel 2006 le nostre Nazionali hanno raggiunto successi grazie alla scuola federale, non legata ai club ma ai colori azzurri. Abbiamo vinto con la cantera azzurra. Potrebbe essere questo un progetto recuperabile e che ho abbandonato solo per Conte".
Di Biagio al posto di Conte?
"Non ho fatto nessuna valutazione, accordo e contatto. Per una questione di stile. Non sono solo io che decido, c'è uno staff che porterà a regime la nuova struttura. La Nazionale è il nostro interesse comune".
Il futuro di Oriali?
"Mi auguro che rimanga. La prossima ristrutturazione però dovrà aver chiaro che non potrò dare gli emolumenti che ho dato finora".
Coverciano è in grado di produrre nuovi ct?
"Stiamo investendo sulle strutture in questo momento, con la riqualificazione dei campi, la struttura alberghiera da rinnovare e una palestra che occorre ammodernare. La situazione attuale non è ai livelli della nomea di Coverciano".
Buffon emblema della Nazionale?
"È l'immagine del calcio azzurro per eccellenza. È una persona di grande etica e moralità. È una persona che agisce con buon senso e punta sempre alla soluzione dei problemi. È il nostro faro e la Nazionale non può prescindere da lui. Se Gigi con il suo modo d'intendere la professione potrà ancora dare molto. Lui per noi è una stella polare".
La finale di Coppa Italia?
"Ringrazio in primis la dirigenza della Rai per la disponibilità di anticipare la data, ma sono sconfortato di fronte al no secco dei due tecnici in questione. In futuro dovremo codificare al meglio quelli che sono gli interessi superiori della Nazionale. La maglia azzurra è superiore a quella dei club".
I fatti di Udine con il colloquio tifosi-squadra?
"Gli uffici legali della Federazione non sono dalla mia parte, ma al prossimo Consiglio Federale porterò la proposta della Prova tv anche per fatti come quelli in questione".
La SuperLega europea?
"Non ho niente contro iniziative promosse soprattutto dal nostro paese. Credo però che questo sarebbe uno snaturamento del movimento calcistico. Sono contro i gruppi chiusi, delle elités. Dobbiamo concedere alle piccole realtà, al Chievo, al Carpi o al Frosinone di conquistare la promozione. Senza retrocessioni si snatura tutto".
Il Mondiale a 40 squadre promosso da Infantino?
"Condivido a pieno. In Europa ci sono 54 Nazioni e l'Europeo e a 24, quindi siamo attorno al 40% delle rappresentative. La FIFA ha oltre 200 Nazioni affiliate, quindi 40 Nazionali sarebbero circa il 20%".
Il fallimento Europeo dei club in questa stagione?
"Il calcio inglese è rimasto fuori da tutto lo scorso anno. Ogni stagione è particolare. Noi abbiamo avuto sfortuna".
Il primo problema da affrontare per tornare al top?
"In futuro bisognerà limitare il numero dei calciatori stranieri, aumentando invece quelli degli italiani. I Centro federali che sono stati istituiti in ogni regione servirà per crescere i giovani talenti nel modo migliore. Il nostro sistema oggi si confronta con club che fatturano molto di più dei nostri. Senza un riforma della gestione degli investimenti sarà difficile essere tutti sullo stesso livello di competitività".