Giorgio Sandri: "Vedo gli stadi sempre più vuoti e mi dispiace, ai tempi si andava tutti insieme"

11.11.2016 18:11 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: ReteSport
Giorgio Sandri: "Vedo gli stadi sempre più vuoti e mi dispiace, ai tempi si andava tutti insieme"
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico Gaetano

Giorgio Sandri, padre di Gabriele, tifoso della Lazio scomparso 9 anni fa, è intervenuto ai microfoni di ReteSport.

A nove anni di distanza sono tantissime le persone che ricordano nitidamente il giorno della morte di suo figlio. Pensa sia stato un forte elemento di rottura per questo paese e per il mondo del calcio?
"Io condivido tutte le parole che avete detto e vorrei aggiungere che per me questo è più di qualcosa che non si può spiegare, è un miracolo, ha unito tutte le tifoserie d’Italia. Dopo nove anni ancora si ricorda Gabriele ogni domenica. Al suo posto poteva esservi chiunque, la facilità di immedesimarsi in Gabriele riesce ad unire tanta gente e tante tifoserie".

Secondo lei in questi anni il movimento calcistico italiano ha creato i presupposti perché fatti del genere non accadano più o si è mosso per far scomparire i tifosi passionali e  attaccati alla propria squadra come Gabriele?
"Io ho una mia idea. Diciamo che l’omicidio di Gabriele non ha niente a che vedere con calcio e tifoserie. E’ stato ucciso lontano sia dallo stadio Olimpico che da qualunque stadio di calcio, chi ha fatto quel gesto folle non sapeva neanche chi fosse Gabriele. Quindi lascerei il calcio da parte. Per quanto riguarda cosa fatto in questi anni io ho le mie idee. Mi pare che il calcio voglia allontanare dagli stadi i tifosi come Gabriele e non solo. Vedo gli stadi sempre più vuoti e mi dispiace. Io ho vissuto la mia vita allo stadio, in curva, dove si andava insieme romanisti e laziali. Era un belvedere tutte le domeniche, quando c’era il derby ma anche le tifoserie ospiti che non venivano confinate come fossero chissà cosa. Erano spettacoli folkloristici e oggi non è più così".

Da un certo punto di vista il calcio è stata una cassa di risonanza per l’omicidio di Gabriele. Ha fatto accendere i riflettori sul rapporto tra cittadini e istituzioni. Secondo lei, anche in base all’impegno della vostra famiglia, grazie a questo evento tragico ci sono stati dei cambiamenti in tale rapporto?
"Condivido tutto ciò che ha detto. Se non ci fosse stato quell’errore grossolano che la Polizia di Stato ha fatto nei primi minuti dell’omicidio di mio figlio, accostandolo al calcio, sarebbe passato sottotraccia. Hanno fatto un autogol come si dice in gergo calcistico. Il calcio è la cassa di risonanza più grande del nostro paese.".

Ricordiamo i passi fatti in questi anni dalla Fondazione Sandri. È bello che nasca qualcosa in ricordo di Gabriele.
È la cosa più bella a cui tengo molto, mi piace ricordare tutti i gruppi di Donanzione Sandri nati in tutte le città d’Italia, da Milano a Trieste, Roma, Lecce, Bari. È la cosa più bella donare il sangue, donare la vita a qualcuno. Credo non ci sia niente di più bello. La fondazione purtroppo non è sostenuta economicamente, siamo piccolini e facciamo ciò che possiamo, non facciamo nulla per sponsorizzarci, non vogliamo nulla e vorremmo solo più attenzione da parte di qualcuno. Fare un evento e ricordare tutti questi gruppi che si riuniscono 4/5 volte all’anno sarebbe bello".