Galli: "Improprio il paragone tra Sacchi e Luis Enrique. E' giusto aspettarlo"
Giovanni Galli, ex portiere del Milan allenato da Arrigo Sacchi, è stato intervistato da ilsussidiario.net per parlare della Roma e del suo allenatore Luis Enrique.
Giovanni Galli, cosa ne pensa del nuovo allenatore della Roma, Luis Enrique?
“Ho visto che ha portato delle innovazioni tecnologiche negli allenamenti, e qualunque persona che nel mondo del calcio porta idee nuove va rispettato e aspettato alla prova. Mi sembra presto per stilare un giudizio, anche dopo la partita persa con il Cagliari”.
Si può accostare l'esperienza di Luis Enrique con quella di Sacchi? Entrambi sembrano votati al gioco d'attacco, magari trascurando la necessaria copertura difensiva che in Italia è imprescindibile...
“Mi sembra un paragone un po' azzardato. Sacchi quando arrivò al Milan aveva più esperienza, aveva già allenato in squadre che giocavano in campionati professionistici. Luis Enrique ha un passato da grande giocatore e poi un'esperienza con il Barcellona B. E basta. Quindi il paragone è perlomeno improprio”.
Ma la vocazione d'attacco?
“Sacchi faceva un calcio propositivo, è indubbio. Ma si copriva molto bene in difesa. Spostò solamente la difesa trenta metri più avanti. Comunque quel Milan, paradossalmente, era la squadra più difensivista del mondo”.
Ci fu una polemica con Gianni Brera al proposito...
“Esatto. Sacchi discusse con Brera sul gioco all'italiana e sul dispendio d'energia, replicando indirettamente: ma non hanno capito che abbiamo spostato il catenaccio all'italiana trenta metri più avanti?”
Sacchi aveva anche difensori incredibili...
“Certo, quel gioco si poteva fare con quegli uomini”.
Torniamo a Luis Enrique. Che pericolo vede nel suo percorso in Italia?
“Più che agli schemi imparati alla scuola del Barcellona, temo l'impatto con lo spogliatoio. Mi dicono che non ci siano problemi e che la squadra abbia una grande disponibilità. Ma io penso che si debba accompagnarlo di più nell'inserimento con la squadra e alcuni giocatori che hanno fatto la storia di quella squadra. Io, dopo la conferenza stampa di Sabatini non ho sentito più nulla. La mia è solo una sensazione di chi guarda dall'esterno e ha vissuto in diverse squadre di calcio”.
Quanto conta la pressione, l'impazienza e la passione di una piazza come Roma?
“Roma è una piazza ambiziosa, come è giusto che sia. Però, non è che si può cambiare uomini, schemi e pensare che si impari tutto subito, con grandi risultati. Bisogna avere pazienza. Anche a Barcellona ne hanno avuto. A parte i grandi giocatori, vedo difensori che sono centrocampisti posizionati in modo diverso. Non è semplice fare tutto e subito”.
Lei, Galli, ha dei ricordi al proposito?
“Certamente. Credevamo nel lavoro di Sacchi, ma non fu semplice applicarlo. Mi ricordo quando andammo a Barcellona a giocare con l'Espanyol, perdemmo e uscimmo dalla Coppa Uefa. Tre giorni dopo, come d'incanto, andammo a Verona e vincemmo, giocando bene e cominciando la corsa del grande Milan. Il calcio ha un suo mistero”.
Quindi è giusto aspettare Luis Enrique?
“Più che giusto. E si deve credere nel lavoro che fa. L'unica cosa che Luis Enrique deve evitare è quello di sconfinare nell'arroganza, come se il calcio l'avesse inventato lui. E' una sensazione che ho avuto nelle ultime conferenze stampa che ha fatto”.
Che cosa può provocare Inter-Roma?
“Non lo so. Ma penso che sia una partita molto interessante. Con il Cagliari era la Roma ad avere il peso di fare la partita. Sarà diverso a Milano e per questo la cosa diventa di grande interesse tecnico oltre che spettacolare”.