Filippo Galli: "Fatico a vedere Donnarumma lontano dal Milan". AUDIO!

02.12.2020 03:00 di  Marco Rossi Mercanti  Twitter:    vedi letture
Filippo Galli: "Fatico a vedere Donnarumma lontano dal Milan". AUDIO!
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'ex difensore Filippo Galli, per lungo tempo anche responsabile del settore giovanile del Milan, è intervenuto in diretta a Stadio Aperto. Le sue riflessioni iniziano proprio dal momento del Milan: "Nessuno si aspettava una partenza così forte. Ok, veniva da una seconda parte dello scorso campionato davvero importanti, ma 23 punti su 27 sono tanti e sono arrivati soprattutto con gare convincenti. La squadra mostra forza, consapevolezza e compattezza, quello che ci vuole per rimanere in alto".

Più che Ibrahimovic, sono le seconde linee a sorprendere?
"Ormai i vari Calabria e Kjaer sono delle prime linee... Ibrahimovic sicuramente è stato importante all'inizio per scacciare le incertezze, le difficoltà e le paure dei più giovani. Credo abbia stimolato molto anche la qualità degli allenamenti nel corso della settimana. In queste partite è venuto a mancare, e si è visto che il Milan non è solo Ibrahimovic: diamo atto al lavoro fatto da Pioli e dal suo staff".

Che ne pensa delle critiche a Romagnoli?
"Dipende da cosa si vuole da lui, che per me è uno di sicuro affidamento e importante per come fa nascere il gioco oltre che per come difende. Alla fine della scorsa stagione ricordo che era stato messo in croce anche Calabria... Ci vuole pazienza. Romagnoli non è giovane, ma ha 25 anni ed è in una fase di crescita e miglioramento, che non sempre è lineare ma a volte ha anche momenti di regressione. Spero che il gol di domenica possa rinfrancarlo e dargli tranquillità, a me come giocatore piace".

Lo stadio chiuso può dare vantaggio a giocatori tipo Calhanoglu?
"A volte si sentono i mugugni, specie a San Siro dove senza la pista arriva tutto addosso subito. Sicuramente la cosa può averlo aiutato, così come per tutti quegli altri che erano in difficoltà. Prima o poi i tifosi torneranno e vedremo, ma al di là di questo il Milan ha consapevolezza nei propri mezzi e non li vedo prendere sottogamba alcun impegno".

L'evoluzione di Locatelli col Sassuolo è fotografia di come non si sappia dare tempo ai giovani?
"In generale si fa fatica a dare tempo... Su Manuel inutile fare dietrologie, non serve a nessuno: in quel momento si sono perseguite certe scelte, e sono contento per quanto sta facendo. Non a caso era considerato il miglior talento del nostro settore giovanile: uno simile per qualità era Simone Verdi, come lui leggeva prima il gioco e vedeva traiettorie di passaggi dove gli altri no. Sicuramente Sassuolo, e soprattutto De Zerbi, l'hanno aiutato molto".

Che è un po' anche quanto sta facendo Italiano con Pobega?
"Lui come Gabbia sono due '99 al pari di Donnarumma che però ha fatto un percorso totalmente diverso. Tommaso sta facendo bene allo Spezia, dopo aver fatto un bel campionato già col Pordenone e a Terni. Lo vedo in continua crescita, e spero che presto possa tornare a casa. Nel Milan".

Ravvisa davvero la qualità della nuova generazione di allenatori italiani?
"Credo che Mancini possa fare da esempio. Ha portato alla Nazionale un gioco europeo, con voglia di dominare la gara: di solito le rivoluzioni partono dal basso, stavolta invece l'esempio è arrivato dal punto più alto. C'è voglia di fare calcio, mentre nelle fasce più basse, settori giovanili e simili, vedo ancora più fatica a comprenderlo".

Donnarumma deve rimanere nel Milan?
"Fatico anche io a vedere un Milan senza di lui, visto che è arrivato a 14 anni e ha già fatto tantissime presenze. Sembra come se fosse in prima squadra da sempre, mi auguro che tutto si sistemi visto che la squadra sta dando segnali importanti, anche grazie alla sua partecipazione. Con un Milan che torna in Champions, se riesce, magari...".

La Fiorentina dovrebbe trattenere Cutrone?
"Dovrei capire quali sono le dinamiche all'interno della società. A me come giocatore piace, ci sono anche legato per il trascorso nella Primavera del Milan: lui è il classico giocatore che ha bisogno di fiducia e continuità, ma un conto è il settore giovanile, un altro la prima squadra. Lui può mettere in campo la sua determinazione e la voglia di lottare su ogni pallone per il gruppo. Non voglio dare giudizi, né consigli, ma Cutrone è uno di quelli che vorrei sempre con me".

Pirlo e Conte nelle ultime ore hanno raffreddato gli spiriti su Kulusevski e Hakimi: ennesimo segnale sui giovani?
"Ormai spesso vengono messi in campo 2002, 2003 o 2004 negli altri campionati, mentre da noi si fa fatica a comprendere e ad avere la pazienza. Siamo forse l'unico paese con tre giornali sportivi che devono riempire le pagine, e forse questo porta una certa pressione. A volte io però la vedo arrivare più da spogliatoi o contesti di lavoro... Non so cosa abbia portato i due allenatori a rilasciare certe dichiarazioni e mandare quel tipo di messaggio. Forse è un disegno anche per arrivare a spronarli: giusto o sbagliato, non ho modo di valutarlo".

Il calcio italiano sarebbe pronto per uno come Bielsa?
"Faccio fatica a pensarlo. Le sue squadre giocano un certo tipo di calcio, ma io l'ho sempre utilizzato come esempio formativo, visti i valori forti che prova a trasmettere: un gioco propositivo e collettivo, la volontà di difendere il proprio anello debole... Sono tutte cose che nel suo contesto di lavoro realizza. I risultati poi determinano sempre le scelte proprietarie e dirigenziali, però mi piacerebbe avere la possibilità di ammirarlo qua da noi. Sarebbe bello scoprire se siamo pronti, e verificare le sue qualità. Per esempio Ancelotti è tornato in Inghilterra perché dice che lì c'è una cultura calcistico-sportiva ben differente, e io gli credo, anche perché sono di parte per la mia passione verso il calcio inglese".

Quale l'immagine di Maradona che si porterà sempre dietro?
"Il suo bacio alla Coppa del Mondo. Ma ce ne sono davvero tante... Quella più recente di lui che gioca con bambini che hanno forti handicap. In generale sono gli attestati dei suoi ex compagni di squadra che fanno capire quanto lui fosse il primo a sapere dell'importanza della squadra e dell'insieme".

In Premier ci sono quindici squadre in 8 punti. Ma chi vince il titolo?
"A me piace tantissimo il Liverpool, quella del 1984 è tra l'altro l'unica formazione che ricordo ancora a memoria, nemmeno quella del Milan! Vedo il West Ham che arriva e dico... Magari! Mi piacerebbe una squadra di Londra o l'Everton di Carletto, che però penso avrà bisogno di un altro anno di assestamento".