De Marchi: "Sorpreso dalla conferma di Conte". AUDIO!
L'ex difensore e oggi procuratore Marco De Marchi si è collegato in diretta ai microfoni di TMW Radio, intervenendo nel corso della trasmissione Stadio Aperto. La sua riflessione inizia dalla conferma di Conte alla guida dell'Inter: "Non me l'aspettavo, lo sfogo di Antonio è stato chiaro, deciso e duro nei termini. Direi una bugia, certo che, come in ogni grande famiglia, si può anche discutere, parlare e tirare fuori le problematiche: così spesso si arriva a una soluzione che permetta di continuare un percorso. Io ho avuto la fortuna di giocarci insieme, e questo carattere da leader e trascinatore l'ha sempre avuto: tecnicamente era buono, ma era il classico che serviva ai campioni, quelli veri, per poter alzare trofei. Pensare che possa cambiare era difficile, lui è un top, una di quelle prime scelte per chi vuole vincere. Trasmette una carica incredibile, e se riuscisse a volte a stare più calmo, sarebbe perfetto".
Conte ha mai allenato davvero un top club in un momento top, o è più un ricostruttore?
"Ok, non avrà guidato quei club all'apice, e i dati sono questi. La sua forza è quella di trasmettere la mentalità vincente, e se riesce a contenere qualche esuberanza di troppo può anche ottenere dei vantaggi".
La presenza di Pirlo alla Juventus è una chance per vincere lo scudetto?
"Il lavoro con cui Antonio quest'anno ha gettato le basi è ottimo. Vince uno solo, certo, ma anche il secondo posto ha ridato credibilità all'Inter e speranze di poter competere ai suoi tifosi. La Juventus è arrivata alla fine di un ciclo e sta cambiando: far arrivare Pirlo con un nuovo staff può far pensare che necessiti di un attimo di tempo per essere competitiva come al solito. Ma questo è un punto di domanda, lo sapremo strada facendo. Io preferisco che gli allenatori arrivino ai posti di comando dopo una certa gavetta. Poi ci sono gli speciali, quelli che appartengono ad un pianeta diverso, e penso che nel suo ruolo Pirlo sia stato il migliore di tutti i tempi: è un leader silenzioso che ha dispensato capacità intellettive dappertutto. Per me ha le capacità di prendere in mano una Ferrari e portarla al traguardo".
Che intuizione è stata per il Bayern far giocare Davies? In Italia sarebbe successo lo stesso?
"Io dico questo, e ho giocato anche all'estero, essendo il primo ad andare in Olanda. Lì ho apprezzato questa filosofia, di dare le possibilità ai ragazzi giovani, se hanno qualità, di esordire e far parte di competizioni importanti. Per quanto riguarda il Bayern, avendo un giocattolo ben collaudato e solido, se togli una pedina e ne metti un'altra che possa starci, la agevoli molto. Si deve lavorare sulla formazione sin dal settore giovanile, così che siano pronti quando viene prospettata l'occasione. Così il rischio si abbassa".