Ceferin: "I tre club della Superlega non hanno vergogna. Sono un lupo travestito da nonna"
Il presidente della UEFA, Aleksander Ceferin, ha parlato a margine della conferenza annuale, tenutasi quest'anno a Lisbona: "Non dobbiamo dimenticare come il calcio definisca cosa siamo. Il calcio europeo è una storia unica, il suo successo, è un microcosmo della nostra società e noi lo sappiamo, è una lezione di vita. Non dobbiamo guardare troppo lontano per capire che sia così. Il calcio è il Villarreal, una città di 50 mila persone che vince l'Europa League contro club giganti. Questo è il calcio, il motivo per cui è bellissimo. Non dobbiamo dimenticare quanto il calcio sia fragile".
Sugli ultimi due anni.
"Il calcio è cambiato, è uno specchio della società. I club rischiano per investimenti, i fan perdono l'identità. Stiamo correndo contro una globalizzazione galoppante e tutto questo che implica, benefit e rischi, non dimentichiamolo. Il calcio europeo è già globale, ne stiamo pagando il prezzo. C'è stato il tentativo di creare un nuovo modello rispetto a quello che conosciamo così bene. Il nostro modello è basato sul merito sportivo, sempre. Da dove arriviamo il merito non ha prezzo. Il merito non può essere un diritto acquisito, può essere solo guadagnato, stagione dopo stagione. Non c'è spazio per dei cartelli, in questo continente. Crediamo di averlo fatto capire, tutti insieme. Il calcio fa parte delle nostre radici, è l'ultimo asset pubblico che va privatizzato. Appartiene a tutti quelli che amano questo sport meraviglioso. Dobbiamo far sì che l'interesse di tutti prevalga su quello dei privati".
Sui tre club della Superlega.
"Non andrò nei dettagli di questo piano malato portato avanti da tre club, due finanziatori e un portavoce. Non c'è nemmeno un punto in questa fase. Chi ha promosso questo progetto sta rivendicando il fatto di volere salvare il calcio. È davvero incredibile che nessuno abbia mostrato vergogna. Nello spazio di pochi mesi, il progetto chiamato Superlega è stato trasformato in un protagonista di Cappuccetto Rosso, un lupo travestito da nonna che è pronto a mangiarti. Ma qui qualcuno è stupido? Non credo. Perché bisogna oppure una visione del mondo: egoismo contro solidarietà, grettezza sulla benevolenza, interessi privati contro altruismo, vergognose bugie sopra la verità. Sono cartelli al di sopra della meritocrazia e della democrazia, sono i soldi sopra i trofei. Se c'è una cosa che non dobbiamo dimenticare, è che nessuno deve pensare che il calcio non sia lo sport del popolo. Dobbiamo sfatare il mito che l'industrializzazione del calcio sia un processo inevitabile [...[ Non dobbiamo dimenticare che non possiamo andare molto lontano da soli, dobbiamo fare gioco di squadra. Durante la crisi di 48 ore della così chiamata Superlega, il calcio ha mostrato uno spirito di solidarietà e sarà storia, non solo quella del calcio".
Sul rapporto fra club.
"Dobbiamo ringraziare che ci sia l'ECA a supportarci e per questo ringrazio Nasser (al Khelaifi, il presidente del Paris Saint Germain), questo modello calcistico è importante e questa cooperazione è straordinaria. Bisogna capire che la classe media è fondamentale per mantenere l'equilibrio, sia nella società che nel calcio. Se il gap fra i club ricchi e poveri continua a crescere, se non facciamo niente per il declino della classe media - come nella società - il modello è in pericolo e tutta la piramide rischia di cadere. Questo è il motivo per cui abbiamo, negli ultimi due anni, istituito un meccanismo di solidarietà, inserendo una nuova competizione così da ammettere più club possibili alle belle serate della UEFA. Il lancio della Conference è stato un successo. Salvare la classe media è la vera sfida".
Sulla Premier League.
"La gelosia è sempre una cattiva consigliera. Un anno fa la UEFA è stata criticata per la mancanza di equità, adesso è la Premier League che è sotto attacco. Da quando i club hanno detto di no alla Superlega, la Premier è stata demonizzata. In realtà il successo della Premier non è casuale, hanno adottato un sistema egualitario, basato sui risultati sportivi e una divisione equa delle finanze. È un modello che andrebbe seguito, non distrutto. Chi ha paura che i club inglesi vinceranno sempre, devono stare tranquilli: i risultati non sbagliano, negli ultimi 20 anni l'Inghilterra ha vinto 5 Champions, 2 negli ultimi dieci anni. Parliamo di questa stagione: l'Italia è la più rappresentata in Champions e in Europa League. In Conference è il Belgio".