Castan: "Tutta la mia vita è stata una sfida". VIDEO!
Il difensore brasiliano Leandro Castan è il protagonista di un video sul canale ufficiale della Roma di Youtube dal titolo "Draw my life". Le sue parole sono fuori campo mentre si vede una matita che disegna. Ecco cosa ha detto il brasiliano:
“Ho iniziato ad allenarmi duramente giorno dopo giorno, rispettando sempre i miei compagni e il mio allenatore. Sapevo che solo impegno costante e comportamenti corretti mi avrebbero aiutato a raggiungere i miei sogni. Ho attraversato il momento più delicato della mia vita, ho passato la paura e l'ho fatto col coraggio che ho trovato dentro di me e con quello che mi hanno trasmesso le persone che mi seguono. Ho sfidato il mio problema di salute, ho preso una decisione importante, mi sono sottoposto a un intervento chirurgico. Ce l'ho fatta e adesso voglio illustrarvi la mia vita. Sono nato in Brasile, a Jaú, una città lontana 300 km dalla capitale. Mio padre era un giocatore di calcio e per questo motivo mi sono innamorato da subito di questo sport, ancora non camminavo e già cercavo di giocare col pallone. Ero piccolissimo, forse non avevo neanche due anni, la prima volta che sono entrato in uno stadio, anzi in campo, mano nella mano con mio padre. A 11 anni ho indossato la mia prima maglia, giocavo per la squadra della mia città e a ogni gara era un'emozione bellissima. A 16 anni ho capito che questo sport poteva diventare la mia vita, ma ho dovuto subito affrontare una sfida difficile: sono andato a giocare lontano 700 Km dalla mia famiglia. Non avevo paura, ero molto motivato, mio padre si fidava delle mie capacità e io avevo voglia di aiutare la mia famiglia che non era molto ricca. Volevo ripagare i loro sforzi e sapevo di dovermi impegnare molto. Sono andato all'Atletico Mineiro, una squadra della serie A brasiliana, ma non era facile trovare spazio con sei giocatori nel mio ruolo. Ho iniziato a allenarmi duramente, giorno dopo giorno, rispettando sempre i miei compagni e il mio allenatore. Sapevo che solo impegno costante e comportamenti corretti mi avrebbero aiutato a raggiungere i miei sogni. I miei sforzi furono ripagati, dopo poco più di un mese sono diventato titolare e capitano della Primavera, una grande responsabilità. Due anni più tardi, a 18 anni, apprezzando il mio impegno e gli atteggiamenti in campo e fuori, mi è stata data la possibilità di giocare la prima gara da titolare. Col Corinthians ho avuto la fortuna di vincere trofei importanti, attirando l'attenzione di numerosi club europei. Sono diventato un giocatore che gioca con tanta grinta e coraggio, ma che stringe sempre la mano all'avversario prima e dopo le partite. Due anni fa sono arrivato qua a Roma, dove ho trovato dei compagni leali e corretti e dei tifosi fantastici. Tutta la mia vita è stata una sfida, ora ne sto affrontando un'altra: mi sono dovuto fermare e affrontare un'operazione delicata, è stato bello ricevere l'affetto della mia famiglia e dei compagni e dai tifosi. Come ho sempre fatto, con la determinazione e i giusti comportamenti vincerà anche questa partita!”.