Canovi, ag. FIFA: "Un rimpianto non aver assistito Totti. Zeman non è stato supportato dalla società"

20.03.2013 18:13 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Fonte: Centro Suono Sport
Canovi, ag. FIFA: "Un rimpianto non aver assistito Totti. Zeman non è stato supportato dalla società"
Vocegiallorossa.it
© foto di Federico De Luca

Ai microfoni di Centro Suono Sport, l'avvocato Dario Canovi, agente FIFA, ha parlato di Francesco Totti e del ritorno della GEA World:

Che impressione hanno fatto le dichiarazioni di Totti di ieri?
“Ho sempre sostenuto il Totti giocatore, un campione assoluto ma ancor più importante un uomo vero. Uno dei pochi rimpianti della mia carriera è non averlo assistito”.

Totti non parla spesso, però quando rilascia dichiarazioni è sempre concreto e pungente…
“Il suo pensiero è diventato autorevole grazie alle prestazioni sul campo. Totti è riuscito a progredire anche come attore negli spot pubblicitari, segno di una persona capace di migliorare sempre anche in campi che non sono i suoi”.



Totti ha speso parole importanti sul periodo di Zeman, confermando che la squadra non ha profuso il massimo impegno negli allenamenti del boemo.
“Noi lo sospettavamo, avevamo intuito, ma quelle del capitano sono verità. Nessuno meglio di Totti può sapere quanto effettivamente queste incomprensioni ci siano state o meno con Zeman. Era evidente che alcuni giocatori non sposassero le idee di Zeman. Totti ha confermato i nostri pensieri, i nostri sospetti. C’è da dire anche questo: Zeman non è stato supportato dalla società. Sacchi con il Milan non riuscì subito a fare breccia nelle teste dei calciatori, Berlusconi rafforzò la sua posizione con dichiarazioni pesanti, confermandolo subito per i successivi due anni. I dirigenti della Roma dovevano sostenere Zeman davanti ai giocatori ed invece le parole di Sabatini in quella conferenza stampa furono un grave errore comunicativo”.

Il contratto di Totti scade nel giugno 2014. C’è un po’ di pigrizia da parte della società anche solo nell’avvicinarsi al rinnovo?
“Sul rinnovo non ho dubbi, ci sarà perché è impossibile che non ci sia. I tifosi della Roma possono sopportare tutto, ma non il mancato rinnovo del contratto di Totti da parte della società. In questi anni Totti ha assunto le difese di chiunque fosse il presidente della Roma, coprendo le lacune societarie con le sue prestazioni strepitose. Oggi sta di fatto che Totti è in tutte le partite il migliore in campo, per i gol e non solo. Per la dedizione che mette nel suo tipo di gioco, quest’anno ha anche difeso sul terzino che affrontava sulla fascia”.

Riguardo la Nazionale, gli consiglieresti di andare al prossimo Mondiale?
“Da tifoso dell’Italia direi sì, magari. Dipenderà molto dalle sue condizioni, se tra un anno e mezzo starà come adesso gli consiglierei di andare in Brasile. I richiami negativi al suo distacco dalla Nazionale sono solo maligni, non ci dimentichiamo che per andare in Germania Totti fece un recupero miracoloso dovuto solo alla sua forza di volontà, al suo coraggio. E’ bello per tutti andare in Nazionale, ma anche per la Nazionale è un bene avere Francesco Totti. In Germania Totti era al 50-60% e il suo recupero fu davvero miracoloso”.

La notizia di oggi è il ritorno della GEA dopo 7 anni, stavolta però senza voler entrare nel mondo dei procuratori.
“Anche allora dissero di volersi interessare solo di eventi e marketing e non di voler prendere in procura giocatori o allenatori. Vi racconto un fatto accaduto anni fa: un giorno venne Cellini, capo del marketing o del merchandising della Lazio. Io ero procuratore di Nesta e mi dissero che mai avrebbero fatto i procuratori ai giocatori. Poco dopo Nesta divenne un assistito della GEA, bastò una telefonata di Geronzi padre. Un paio d’anni fa poi venni assalito da una persona che non ricordavo chi fosse ed era lo stesso Cellini affermando che io gli avevo fatto passare molti guai, oltre a coprirmi di insulti. Gli avrei fatto spendere un sacco di soldi di avvocati. Questo erano il tipo di persone che lavoravano nella GEA, la prima GEA era molto peggio di quella di Alessandro Moggi e di Calleri, solo per certi versi era il braccio armato per dominare il calcio. Dietro c’era tutta un’organizzazione diversa, i figli di Geronzi e di Carraro, i contatti con gli arbitri e tutti gli agganci con il centro del potere del calcio. Avevano 10 allenatori e 250 giocatori. Ho sempre timore di vedere un’altra GEA perché questo è l’andazzo del nostro Paese".