Camolese: "Roma e Inter hanno buone possibilità di arrivare allo Scudetto!. AUDIO!
L'allenatore Giancarlo Camolese ha parlato a Stadio Aperto, trasmissione di TMW Radio con Francesco Benvenuti e Niccolò Ceccarini. Il suo intervento comincia dall'Inter e dai suoi problemi: "Intanto dico che hanno incontrato una squadra forte, perché la Roma è tra le più forti d'Italia. Il pareggio tra due squadre di alto livello ci sta, e da loro ci si aspetta qualcosa in più perché sappiamo che l'assenza di coppe alla lunga dovrebbe favorirli. Sono destinati ad un ruolo da protagonisti ed hanno buone possibilità di arrivare allo Scudetto".
Conte ha sbagliato i cambi?
"Sei in panchina e devi prendere certe decisioni. La sua lettura è stata quella, e l'ha confermata in conferenza stampa: ha ruoli che deve gestire perché numericamente non abbondanti. Non è che ha messo dentro ragazzi della Primavera, in campo però c'era la Roma. La sua valutazione è stata di prospettiva".
Dura immaginare la Lazio senza Caicedo oggi...
"Caicedo è forte e Inzaghi sa come utilizzarlo. Su Muriqi aspetterei a dare giudizi perché la Lazio ha dimostrato di saper aspettare i suoi giocatori, e l'esempio è Luis Alberto. Prima di dare via Caicedo, però, ci penseranno tante volte".
Cosa si aspetta da Muriqi?
"Facciamo un discorso generale: diamo per scontato che gli stranieri impattino subito ma non è così, bisogna avere pazienza. Qualcuno ce la fa subito, anche grazie al carattere, ad altri serve capire un campionato che è diverso. Mi aspetto che Inzaghi e il suo staff trovino il momento giusto per inserirlo".
Cosa serviva al Torino?
"Secondo me avrebbero avuto bisogno di più tempo tra la fine della scorsa stagione e l'inizio di questa. Un bel ritiro così da capire chi poteva fare ancora parte della squadra e chi invece era a fine ciclo. Ora c'è da salvare la barca in un'annata molto complicata: raramente il Toro fa 95' sullo stesso livello, eppure sanno perfettamente che le partite vanno portate fino in fondo. Faticano nella continuità dentro la stessa gara".
Le mancanze vengono anche dall'assenza di connubio dirigenza-Giampaolo?
"Credo che per il Torino sia il momento di rompere gli indugi: se la dirigenza è convinta di salvarsi deve seguire le idee dell'allenatore ed accontentarlo sul mercato. La strada deve essere condivisa, se le strade sono differenti è meglio dividersi oppure ci si fa male. In questo momento il Torino è retrocesso, e l'unica cosa da fare è essere sicuri su quale strada prendere. L'avevo detto pubblicamente al mio amico Giampaolo, di non provare inutilmente qualcun altro nel ruolo di trequartista...".
Chi meriterebbe un elogio è Belotti...
"Sono tra i tanti che l'hanno sempre elogiato: è il vero simbolo del Toro di questi anni, ma dico anche che una squadra non si salva mai con un giocatore solo. Lui sta facendo la sua parte, ora c'è bisogno del miglioramento degli altri. Anche a Belotti servirà qualche momento di riposo, e lì ci dovrà essere chi prenderà il suo posto nel garantire i gol".
Cosa pensa della situazione Atalanta-Gomez?
"Le regole tra loro erano chiare, e a quel punto la società ha seguito una linea, con gli altri che si adeguano".
Cosa c'è dietro questo Benevento?
"Hanno lavorato molto bene sul mercato, inserendo giocatori di livello e proseguendo sull'entusiasmo per il campionato vinto. C'è chi è cresciuto tantissimo, e cito Schiattarella che conosco bene, e che oggi è diventato giocatore da Serie A per rendimento. Credo che il Benevento farà disperare ancora altre squadre blasonate".
Il Sassuolo sta stupendo.
"Anche questo è un ambiente che funziona. Ieri hanno giocato una partita eccezionale: erano sotto di un uomo e nel risultato, non hanno rinunciato a giocare e fatto soffrire la Juventus. Il 3-1 finale inganna, e per di più in campo De Zerbi aveva dei 2001 e dei 2002... Chi entra però gioca con grande personalità, anche contro la Juve. Certo, il campionato è particolare senza pubblico, e quando torneremo al calcio che conosciamo ci saranno valori forse da riconsiderare".
Chi l'allenatore emergente dei prossimi anni?
"Di bravi ce ne sono diversi, e contano anche ambiente e scelte che fai. Io guardo ad Empoli, e dico Dionisi".
Ormai non si guarda più all'età.
"Io ho allenato in Serie A a 38 anni. Il punto è trovare la società che crede in te, e magari durante una carriera subentrano altre difficoltà. Ci vuole la capacità di poter scegliere: chi è presuntuoso, e mi ci metto, è convinto di poter risolvere lui ogni situazione. Io invece dico sempre che i vari Guardiola e Mourinho sono bravi perché oltre a farsi pagare sanno anche farsi comprare i giocatori. E ci metto pure De Zerbi tra loro"