Avv. Stagliano: "Scommesse? Proposi una norma che prevedesse un patteggiamento con le persone indagate"
L'avv. Mario Stagliano, vice capo dell'Ufficio Indagini fino al 2006, è intervenuto ai microfoni di "A Tutto Campo", sulle frequenze di Radio IES 99.8, in merito al nuovo scandalo delle scommesse nel calcio.
Queste le sue parole
"Attualmente l'Ufficio Indagini è stato sostituito dalla Procura Federale, numericamente sulla carta parliamo di 220-230 persone, di cui operative sul campo poche decine. L'attività di monitoraggio comprendeva per intero le serie A, B, e C1, con controlli a campione sulla C2 salvo in caso di segnalazioni specifiche. Mi sembra che anche oggi il modus operandi sia il medesimo. Normalmente ci si presenta sul campo in contemporanea con la quaterna arbitrale, prima dell'arrivo delle squadre. Non è possibile stabilire se ci sia un tentativo di pilotare il risultato giudicando le performance agonistiche dei singoli giocatori, anche un elevato numero di errori, anche plateali, non può essere considerato una prova sufficiente. Il discorso è diverso quando arriva una segnalazione ad esempio dalla SNAI, che all'epoca gestiva l'80% delle scommesse, in seguito ad un flusso anomalo di giocate. In questo caso l'unica cosa che potevamo fare era inviare cinque persone sul campo che comunicavano ai dirigenti delle due squadre che la loro presenza era dovuta a delle segnalazioni che facevano sospettare la compromissione di uno o più giocatori. Nel periodo in cui ero all'Ufficio indagini le segnalazioni di partite considerate sospette, da seguire con attenzione, erano numerose. Sentire che ci sono 14 partite sospette dal gennaio 2011 mi fa sorridere, mi è capitato di riceverne di più anche relativamente ad una sola giornata campionato, mi sembrano estremamente poche. La maggior parte di queste segnalazioni ovviamente riguardava le serie minori, in particolare la C2. Non bisogna dimenticare che la stessa Calciopoli nasce da indagini riguardanti il gioco clandestino, dalle scommesse al riciclaggio, partite due anni prima che emergesse lo scandalo. All'epoca proposi una norma che prevedesse un patteggiamento con le persone indagate, una pena concordata a patto che raccontassero tutto. Ovviamente se nel corso delle indagini fossero emerse delle omissioni da parte degli interrogati sarebbe scattata una squalifica a vita. E' la strategia del pentitismo, analoga a quella messa in campo nella lotta alla mafia e alla criminalità organizzata. Allo stato attuale delle cose, in mancanza di intercettazioni telefoniche determinanti, la Federazione non ha armi. Prima di dimettermi tentai di ampliare il pool operativo dell'Uffico, includendo anche funzionari SNAI in grado di interpretare con largo preavviso i flussi di gioco sospetti, ma poi non se ne fece nulla. Franco Carraro propose una partnership con l'Interpol per poter monitorare al meglio le situazioni sospette; credo si trattasse di una buona idea ma non è mai stata messa in pratica. Al momento la pena massima applicabile, nell'ambito della giustizia sportiva, è di 18 mesi di squalifica."