Augelli, di MF-Dow Jones: "Gli americani hanno risposto con i fatti, il progetto sta prendendo piede"
Catia Augelli, giornalista economica di MF-Dow Jones, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio IES riguardanti la trattativa per la cessione della Roma alla cordata statunitense, il mercato appena conclusosi e le ambizioni della nuova società:
Sul mercato appena concluso
"Giornata bellissima ieri per i tifosi della Roma. Credo che tutte siano giornate bellisime un po' di tempo. Il progetto nuovo, anzi l'idea, sta prendendo piede, si sta costruendo piano piano. Ci vuole fiducia da parte dei tifosi, coerenza da parte di coloro che porteranno avanti questa idea".
Sulla trattativa con la cordata americana
"Ho seguito la trattativa molto da vicino, non ho mai avuto la sensazione che potesse saltare. E' stata un'operazione complicata , riuscita perchè chi ci ha lavorato lo ha fatto in modo tenace e determinato. Credo che gli americani, che sono stati dileggiati come prestanomi, straccioni, inesistenti, abbiano risposto con i fatti a queste assurde accuse. Ci sono state persone determinanti per questa trattativa, che hanno fatto tesoro delle vicende precedenti. Quando gli americani si sono calati in questa realtà, hanno capito che la Roma non era un "assett normale" come mi ha spesso detto Peluso di Unicredit, ma un assett anche politico, difficile da gestire ed acquistare. Gli americani inizialmente hanno avuto difficoltà a capire il ruolo di Unciredit che era creditore, venditore e allo stesso tempo futuro azionista. Proprio in questo la mediazione di alcune persone, che sono caratterialmente riservate e che non sarò io a nominare, è stata decisiva. Per me che faccio finanza, vedere un gruppo di americani così volenterosi a prendere una società che stava fallendo, sull'orlo di portare i "libri in tribunale", è stato sorprendente, un trionfo per chi ha portato avanti la trattativa".
Dal punto di vista economico
"Il loro intento è stato chiaro da subito: diventare azionisti di maggioranza e creare una grande Roma. Non è facile in una piazza esigente come questa, e proprio per questo gli americani sono stati esigenti allo stesso tempo nel pretendere un management di grande livello. Io da giornalista economica, che non deve analizzare da un punto vista sportivo, riconosco che i manager scelti sono i migliori sulla piazza. Scegliere Sabatini, sul quale il 29 agosto c'erano ancora parecchi dubbi, e che da oggi tutti riconocono come grande dirigente, significa voler portare la Roma in alto. Ci sono state difficoltà, perché la Roma era una società sull'orlo del fallimento, e bisognava studiare bene tutte le carte per arrivare all'unico obiettivo: comprare la Roma, ristrutturarla, e portare avanti questo modello, questa idea. Però se ne sono sentite tante, come quella del famoso "sconto". Poi per fortuna, tutto si è concluso per il meglio".
Sulla cronaca della trattativa da parte dei giornali
"Non voglio di certo fare la maestrina. Dalla mia prospettiva, e cioè esterna al giornalismo sportivo, mi sono resa conto di una forte scissione di vedute tra una "cantera" di giovani giornalisti, e una sorta di "ancièn regime" dei giornalisti. Tutti però dovrebbero avere un unico obiettivo, quello della verità, anche se nel corso della trattativa ho capito che non sempre è così. Se un giornalista mio concorrente ha un'esclusiva, io mi impegno a fare meglio di lui. Invece a Roma si è abituati a "sfondare" quel giornalista che ha ottenuto l'intervista o l'esclusiva, ribadendo che le proprie fonti sono meglio di quelle del collega. Ho trovato deplorevoli alcuni editoriali fatti per attaccare chi non ha rilasciato un'intervista in esclusiva".
Sulle voci che la volevano "addetto stampa" della Roma
"Non so perché si parlava di me come futuro addetto stampa della Roma, non c'è mai stata possibilità. Ognuno è libero di dire quello che vuole, ma non è mai stato vero. Sono una giornalista economica, in questo caso prestata allo sport".