Almere City, Seck: "Il mio idolo è Ronaldinho. Totti? Il primo giorno da giallorosso ho avuto paura a stringergli la mano"

10.11.2018 19:49 di  Simone Ducci  Twitter:    vedi letture
Almere City, Seck: "Il mio idolo è Ronaldinho. Totti? Il primo giorno da giallorosso ho avuto paura a stringergli la mano"
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L'ex terzino sinistro giallorosso Moustapha Seck, ora in prestito all'Almere City, ha rilasciato un'intervista ai microfoni di gianlucadimarzio.com: “È stato Santoni a convincermi a venire ad Almere, soprattutto spiegandomi che il calcio olandese è più adatto a esaltare le mie doti in fase offensiva. Differenze? L’Eerste Divisie non è tattica come la Serie B italiana, ma in termini di competitività non è seconda a nessuno“.

Un giocatore con cui hai giocato che hai apprezzato?
"Pasqual l’ho seguito il più possibile, volevo imparare tanto da lui. Quello era un gruppo veramente forte".

Analogie all’Almere City?
"Siamo una squadra giovane, ma certamente la promozione è un nostro obiettivo. Vogliamo vincere il campionato: per Almere e per tutta la gente che comincia a seguirci numerosa".

Novità rispetto all’Italia?
"Fa freddo, ma mi piace andare in giro in bicicletta. Una bella novità rispetto all’Italia".

Tu che hai giocato sia nella Lazio che nella Roma, com’è il derby?
"Da qualunque parte lo si viva, il derby della capitale è l’evento più bello che c’è in Italia. Ho avuto modo di conoscere anche Barcellona-Espanyol (Seck è cresciuto nella cantera blaugrana, ndr), ma non è niente del genere. L’adrenalina di Roma-Lazio è unica: se ne parla giorni e giorni prima, anche per le partite delle giovanili".

Come è stato il primo giorno da romanista, dopo esser stato laziale?
"Il primo giorno alla Roma, quando ho fatto le visite, è stato il giorno in cui ho conosciuto Francesco Totti: io, proveniente dalla Lazio, non immaginate che paura avevo a stringergli la mano! Ma lui mi ha semplicemente salutato, mi ha chiesto come stavo, sincero. Nessuna battuta, nessun trauma da derby. E da quel momento mi sono trovato molto bene in giallorosso".

Idolo di sempre?
"Ronaldinho su tutti per la motivazione che sapeva trasmettere. Vedevo come sorrideva al Barcellona e subito mi saliva l’entusiasmo per giocare a calcio e cercare di fare quello che faceva lui".