Vulpis, SportEconomy: "L'accordo per la cessione verrà trovato, sono preoccupato per il futuro"
Marcel Vulpis, direttore di Sporteconomy, ha parlato a forzaroma.info della prossima chiusura della trattativa tra la Roma e gli americani: "L’intesa alla fine verrà trovata, perché sia Unicredit che gli americani non possono più tirarsi indietro. Le ripercussioni a livello d’immagine sarebbero molto pesanti. Quello che più mi preoccupa, riguardo alla Roma, non è tanto il presente, quanto il futuro. Fin dall'inizio mi è apparso un modo alquanto strambo di gestire la vendita di un club professionistico, con annessa asta. La banca, infatti, non c’ha mai detto i nomi, eccezion fata per il gruppo Di Benedetto, in competizione per acquisire il club. Oltretutto, mi sarei aspettato che la Rothschild, un colosso nel settore, trovasse dei competitor dal portafoglio molto più pesante di quello del consorzio americano, che è stato cooptato nell’affare da un noto studio legale romano (Tonucci, ndr). Ancor più strana mi sembra la richiesta degli americani, a pochi giorni dalla chiusura, di chiedere uno sconto su un prezzo già concordato e messo nero su bianco ad aprile in quel di Boston. Fatico a credere a una cosa del genere. Prima di tutto, i conti della Roma sono stati presentati in tempi non sospetti a DiBenedetto e soci, che quindi prima di firmare ne han preso visione. Secondo poi, credo che in America, come dalle nostre parti, un contratto firmato vada rispettato. Ritengo che loro si siano accorti che gestire un top club calcistico italiano abbia dei costi superiori a quel che pensavano.
Inoltre, mi chiedo perché non abbiano ancora reso pubblico il piano industriale, che è l’abc su cui si basa ogni azienda di qualsivoglia tipo. Quello che poi vorrei sapere è quanto, come e dove investiranno per rendere grande la Roma. C’è un evidente rischio di conflitto tra le parti, un po’ come successe tra Sensi e Mezzaroma. Un problema che potrebbe acuirsi in futuro, quando a Unicredit subentrerà un altro investitore. La verità è che la Roma doveva essere ceduta a un unico acquirente, che si sarebbe dovuto individuare in qualche Fondo Arabo. Mi domando, come mai Rotschild nella sua opera di scouting non ha trovato alcun business-fund arabo e/o qatariota? Come mai Unicredit, che ha tra i suoi azionisti di maggioranza il fondo sovrano di Abu Dhabi, non è riuscita a venderla a quest’ultimo? La cosa paradossale, inoltre, è che nel frattempo gli arabi si sono comprati il Getafe, il Malaga e il PSG. La risposta è semplice; il calcio italiano non interessa a chi ha veramente soldi e voglia di fare business con lo sport. A tal proposito, nel numero di settembre di Football uscirà una nostra inchiesta che abbiamo chiamato: Petrolfootball. Pubblicheremo in pratica una panoramica sugli investimenti arabi, con relative cifre da capogiro, nel mondo dello sport. Il nostro paese, a parte Mubdala con Ferrari, non è contemplato. L’accordo verrà trovato, perché non credo che la banca, che pure ne ha la forza finanziaria ma non il management, vorrà sobbarcarsi da sola il peso di guidare la Roma. E’ il modo che mi ha lasciato confuso e il futuro che non mi lascia affatto tranquillo".