Scudetto, chi sale e chi scende in un campionato senza padroni

17.11.2010 12:20 di  Massimiliano Bruno   vedi letture
Scudetto, chi sale e chi scende in un campionato senza padroni
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

La dodicesima giornata di campionato, con i tre scontri diretti previsti al vertice della classifica, ha lasciato in eredità diverse considerazioni che proveremo a mettere in fila, in ordine di importanza.

Le indicazioni più efficaci arrivano dal derby milanese, Inter-Milan 0-1. Nerazzurri a sei punti dalla capolista, appunto il Milan, sconfitta meritata, gioco assente, intensità nulla. Ciò che preoccupa in casa nerazzurra, più che i sei punti di distacco dai cugini rossoneri, è la pericolosa inversione di tendenza registrata nella attuale stagione. Appare evidente il calo di tensione agonistica dei nerazzurri, ciò che lascia sgomenti è l’ultima mezzora di gara disputata in superiorità numerica per l’espulsione del milanista Abate: solo qualche mese fa l’Inter avrebbe fatto un sol boccone di un avversario decimato, domenica al contrario non è arrivata alcuna occasione degna di essere chiamata tale. Il tempo per recuperare c’è, il campionato è senza padroni, ma Benitez ha il suo bel da fare: continuando così del resto, con tutte le attenuanti del caso, la sua esperienza italiana non potrebbe durare ancora a lungo.

Il Milan: Ibrahimovic, come al solito e non a Barcellona, ha fatto sua la squadra. Il Milan è già roba sua, Allegri lo ha compreso subito e ha cambiato il Milan ad immagine e somiglianza dello svedesone. Cosa vuol dire questo? Semplice: palla lunga, la prende Ibra! Capello docet, Mancini docet, Mourinho al primo anno anche. Brasiliani in panchina, tre mediani puri e addirittura un giocatore del calibro di Pirlo alla terza panchina consecutiva. Tanto basta Ibra, al bando la filosofia calcistica di una squadra che, quando si è imposta anche a livello europeo, lo ha fatto sempre passando per il bel gioco, il marchio del Milan degli ultimi anni. Restano molti dubbi, onore e meriti alla capolista, ma si attendono riscontri. Inevitabilmente i favoriti, a dirlo è lo score di Ibra.

La partita sicuramente più intensa, elevata dal punto di vista agonistico, è risultata Juventus-Roma 1-1. Chi sale, chi scende? Salgono entrambe. I ritmi della partita sono stati sostenuti dal primo all’ultimo minuto, un tempo per parte: il primo va alla Roma, in grado di tenere la Juventus nella propria metà di campo, il secondo ai bianconeri, che hanno cercato i tre punti con più convinzione degli avversari. Hanno dimostrato di essere le squadre fisicamente più pronte, reattive: salgono entrambe, sì, in quest’ottica la Roma gode di maggiore qualità e più risorse nella gestione della rosa, alla Juve manca qualche pedina, forse un centrale, un esterno basso e una punta da venti gol. Ma guai a sottovalutare questa Juve: Delneri ha già dimostrato di potersela giocare con tutti, mica roba da poco, basta pensare a come era ridotta la Juventus qualche mese fa…

Lazio-Napoli 2-0: ancora seconda e terza della classifica. In un campionato senza padroni, non è un dato da buttare via, seppur siamo agli inizi della stagione. Che poi, oramai, tanto inizi non sono più. Sale la Lazio, perché è tornata alla vittoria contro una squadra che non aveva mai perso in trasferta e dopo le critiche che avevano accompagnato i due tonfi nel derby e nella trasferta di Cesena. Ad un punto dalla capolista, Reja, dopo aver inspiegabilmente modificato l'assetto nel derby e fatto eccessivo turnover contro il Cesena, dovrà confermare quanto di buono mostrato finora; se dovesse mantenersi così in alto fino alla pausa natalizia, i dubbi in merito verrebbero spazzati via. Stabile il Napoli: la prestazione non è stata pessima, ma la difesa non è risultata abile nel contenere un Zarate in forma eccellente. I prossimi scontri diretti diranno la verità sulle ambizioni degli uomini di Mazzarri, le cui convinzioni probabilmente non sono state scalfite dalla sconfitta di Roma. Il motivo è unico: il Napoli è una squadra ben abituata ad alti e bassi, la sconfitta in casa della Lazio ci può anche stare: è una questione di risorse, che gli azzurri attualmente sembrano avere per gestire una sola competizione.

Il risultato più evidente è uno: il campionato 2010-2011 è senza padroni: è quanto asserì anche Ranieri qualche settimana fa. In quest’ottica, le sorprese sono dietro l’angolo. L’ Inter ammazza-campionato non esiste più; e a dire il vero, all’orizzonte non se ne vedono altre.