Iturbe: "Giocare a Roma è stato un onore, mi dispiace per come è andata. Sabatini mi ha voluto a tutti i costi nella Capitale"

22.01.2020 08:32 di  Danilo Budite  Twitter:    vedi letture
Iturbe: "Giocare a Roma è stato un onore, mi dispiace per come è andata. Sabatini mi ha voluto a tutti i costi nella Capitale"
Vocegiallorossa.it
© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Protagonista di un incredibile intreccio di mercato proprio tra Roma e Juventus nell'estate 2014, l'ex giallorosso Juan Manuel Iturbe sulle colonne della Gazzetta dello Sport è tornato sulla sua esperienza nella Capitale. Di seguito uno stralcio della sua intervista.

Sa di essere stato l'ultimo romanista a segnare a Torino in casa bianconera?
"Me lo state dicendo voi. Mi ricordo che abbiamo fatto una bella gara e anche loro non hanno giocato male. Sapevamo che andavamo ad affrontare i campioni d’Italia, una squadra fortissima, noi invece eravamo un gruppo abbastanza nuovo e siamo andati a giocarcela. La Juve ha vinto alla fine, ma se ci fosse stato il Var…"

Oggi c’è Fonseca, lei ha avuto Spalletti e Garcia: che ricordi ha di loro?
"Garcia mi ha voluto a Roma, gliene sono grato. Spalletti ha un carattere forte (sorride, ndr), è stato uno dei migliori per me, lui ti insegna, si incazza se le cose non vanno bene, io lo vorrei tutta la vita uno del genere. Garcia è un po’ più tranquillo, diciamo così".

E di Sabatini, invece? Fu lui a strappario alla Juve, pochi mesi prima di quella partita. E quell’acquisto fu uno dei motivi dell’addio di Conte alla Juve.
"Sì, gli voglio molto bene, è stato il primo a chiamarmi per andare alla Roma e ha fatto tutto lui. Se ho giocato nella Roma è merito suo, mi ha voluto a tutti i costi e io non posso che ringraziarlo. Mi dispiace non essere riuscito a fare quello che si  aspettava da me"

Anche i tifosi si aspettavano tanto da lei.
"E a me dispiace che le cose non siano andate nel modo giusto. La Roma è ancora oggi per me una squadra unica, mi sono trovato bene, ero e sono innamorato della città, ma purtroppo non è andata. Sapevo cosa significa giocare nella Roma, c’erano tanti giocatori forti: per me è stato un onore"