Vuvuzela 'caso mondiale', uno scienziato: "A rischio l'udito"

16.06.2010 13:29 di  Emanuele Melfi   vedi letture
Vuvuzela 'caso mondiale', uno scienziato: "A rischio l'udito"
Vocegiallorossa.it
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

C'è chi le adora e non smette di suonarle per tutta la partita, e chi nei giorni scorsi ha chiamato il tecnico della televisione, pensando a un guasto dell'audio. Le vuvuzela, trombette di plastica diventate un simbolo del Mondiale sudafricano, sicuramente non lasciano indifferenti. Ma addirittura mettono in pericolo l'udito di chi è esposto al loro suono in modo ravvicinato e prolungato. Parola di Trevor Cox, presidente dell'Institute of Acoustics britannico e ingegnere del suono dell'Università del Salford, che avverte dei rischi i tifosi in Sudafrica. A rendere il suono emesso tanto penetrante e fastidioso è «il fatto che, quando vengono suonate da un tifoso medio, la nota emessa da queste 'trombè è imperfetta e la frequenza fluttua», spiega Cox, illustrando su 'New Scientist' le ragioni del fastidio provocato da questo strumento. Più che un corno da caccia, «il risultato è quello di un barrito di elefante. E questo succede perchè chi le suona non riesce a tenere il fiato e muove troppo le labbra».

Per suonare in modo corretto una vuvuzela, il suonatore dovrebbe aprire e chiudere le labbra circa 235 volte al secondo, mandando soffi continui di aria nel tubo. «Con migliaia di vuvuzela suonate insieme», da tifosi inesperti, «si produce questo suono fastidioso. Anche perchè le persone nella folla non suonano insieme, ma ognuno in momenti differenti e con frequenze molto diverse». Risultato? Il suono emesso ricorda «un enorme sciame di insetti». Il tutto a volume molto alto. Tanto che il problema non è solo il fastidio. «Dal momento che le vuvuzela producono 116 decibel di rumore a 1 metro, la prolungata esposizione mette a rischio l'udito, secondo uno studio condotto dal Dipartimento di patologia dell'Università di Pretoria (Sudafrica)».