Ranieri: "Totti è il miglior giocatore italiano, specie come lui vanno protette"
Un'intervista a tutto tondo, quella in prima pagina dell'edizione odierna de La Gazzetta dello Sport. Ranieri come forse non lo abbiamo mai sentito: «L’Inter resta irraggiungibile. - inizia - Su Adriano sono pronto a scommettere: dopo il primo mese di lavoro, sono ancora più convinto del suo ritorno ad alti livelli». Ne riportiamo uno stralcio:
Stasera la Roma gioca a Valencia: che effetto le fa tornare in una città dove ha vissuto la parte migliore della sua carriera, vincendo tre trofei? «L’esperienza di Valencia è stata bellissima. Ha qualcosa dell’incredibile quello che riuscimmo a fare. Si creò un legame molto forte con la città. Andiamo in ritiro nell’albergo che fu la mia casa per tre anni».
Benitez è l’uomo giusto per raccogliere l’eredità di Mourinho? «Benitez è molto preparato. La sua caratteristica è la meticolosità. L’Inter non perderà nulla nel cambio».
Spalletti ha parlato anche di Mourinho. Ha detto che ci ha preso per il sedere: ha vinto, ha detto tutto a tutti, ha guadagnato quello che ha voluto ed è andato al Real Madrid. «Mourinho non ci ha preso in giro. Ha vinto in Portogallo ed Inghilterra. È venuto in Italia e ha vinto tutto. Ha avuto l’opportunità di andare al Real e sfido chiunque a rinunciare ad un’opportunità come questa».
La sua griglia di partenza? «L’Inter in pole position, le altre alla pari: Roma, Milan, Juve, Napoli, Fiorentina, Sampdoria, Palermo».
Il miglior colpo di mercato? «Spero che sia quello della Roma con Adriano».
La Roma ha svolto una preparazione nuova: poca corsa e molto pallone. «Io cominciai con Herrera che faceva solo pallone e niente corsa. Mourinho ha vinto tutto con un programma che prevedeva poca corsa e molto pallone».
Totti è già in forma. «Il capitano è tirato a lucido. Speriamo che la salute l’assista. Lo scorso anno ha avuto diversi incidenti, ma ci ha sempre regalato pillole di grande calcio. È ancora il miglior giocatore italiano. È una di quelle specie che vanno protette e fa bene Braschi a dire che saranno puniti i tackle violenti».
Sarà l’anno di Menez? «Sono molto contento di Jeremy e di Mexes. La Nazionale li aiuterà. Mi aspetto grandi cose».
È vero che a Parigi ha rimproverato di brutto Okaka? «Ho rimproverato Okaka come ho rimproverato Vucinic perché bisogna comportarsi in un certo modo».
Okaka, Rosi e Greco restano? «Penso di sì».
Le maggiori preoccupazioni in vista del nuovo anno? «Va scongiurato l’appagamento: voglio rivedere il carattere che lo scorso anno ci ha portato a mezz’ora dallo scudetto. Il secondo timore riguarda l’allargamento della rosa. Per la prima volta nella Roma c’è un gruppo di venti giocatori di grande livello. Questo significa che in panchina e in tribuna ci saranno pezzi da novanta. Se si entra nel meccanismo che quello che conta è la Roma, andrà tutto bene, altrimenti sarà un anno difficile».
Il prolungamento del contratto è vicino? «Ci sono altre priorità, ma restare a lungo mi farebbe piacere».
La Roma è tornata in Champions. «La Roma deve essere un bel biglietto da visita per la città. Rappresentiamo la capitale italiana e i tifosi devono essere orgogliosi di noi».
Come ci si sente in una società che è una banca? «Noi non avvertiamo il cambiamento, ma ai giocatori ho fatto un discorso chiaro: dobbiamo stare fuori da tutti i problemi estranei al campo».
Quanto è importante avere al suo fianco un dirigente come Montali? «Io mi trovo bene con tutti. Con Montali c’è sintonia perché è stato tecnico e capisce le esigenze di un allenatore».
La Supercoppa è un esame? «Una partita secca non può esserlo, ma è il primo trofeo e noi vogliamo vincerlo».