Mangone: “Vincere a Roma è stata un'esperienza unica, mi sarebbe piaciuto giocare di più”

17.06.2021 22:36 di  Vincenzo Pennisi   vedi letture
Mangone: “Vincere a Roma è stata un'esperienza unica, mi sarebbe piaciuto giocare di più”
Vocegiallorossa.it
© foto di Tommaso Sabino/TuttoLegaPro.com

Amedeo Mangone, ex difensore della Roma nell’anno del terzo scudetto, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport 101.5 durante la trasmissione Borderò. Queste le sue parole: “Roma merita di vincere molti più trofei, vista la piazza che ha. Dispiaciuto per il fatto che non sia più riuscita a farlo in alcun ambito, al di fuori della Coppa Italia. Mi auguro possa tornare a festeggiare il più presto possibile con la nuova proprietà”.

Lei è nato a Milano ed è cresciuto tra le fila rossonere, che cosa è significato per lei vincere a Roma?
“Ho avuto l’opportunità di mettermi a confronto con molte realtà calcistiche italiane, ma è un’esperienza unica vincere a Roma perché c’è un’incredibile predisposizione al tifo. Giusto mettere pressione perché essa rende la vittoria una responsabilità per il giocatore”.

Perché avete vinto lo scudetto?
“Capello aveva messo ottime basi l’anno precedente e la società ha fatto grandi investimenti. La vittoria della Lazio la passata stagione, inoltre, ha dato maggiore carica. Il presidente Sensi è stato il vero collante: sempre presente senza far mai mancare tranquillità, è stato come un padre di famiglia”.

Ha un ricordo che non le piace di quell’annata?
“Mi sarebbe piaciuto giocare di più, ma la rosa era lunga e il mister ha fatto le sue scelte. A gennaio ho pensato di andare via, ma Baldini e la società mi hanno spinto a restare. L’episodio più negativo della stagione è stata la trasferta di Napoli perché il pareggio di Pecchia su punizione ci ha tolto tanta tranquillità in vista del match successivo”.

Qual è stata la gara più difficile da preparare?
“La trasferta di Torino contro la Juventus è stata la più complicata da preparare perché sapevamo che i bianconeri avrebbero giocato con la bava alla bocca; e ciò si è visto anche in campo visto che a fine primo tempo eravamo sotto 2-0. In quella prima frazione non ci siamo comportati da Roma. Poi, per fortuna, ci siamo trasformati”

Quando avete capito che la vittoria finale dipendeva solo da voi?
“Un fattore determinante è stata l’eliminazione dalla Coppa Italia contro l’Atalanta e la conseguente contestazione dei tifosi. Lì abbiamo capito che tipo di campionato avremmo dovuto giocare e cosa i tifosi si aspettavano da noi”.

Come ha valutato l’invasione di campo dei tifosi? Avete avuto paura?
“La gestione dell’ordine pubblico non sarà stata ottimale, ma non avevamo paura perché si trattava solo di una dimostrazione di affetto. Ci auguravamo soltanto di riprendere a giocare al più presto”.

Si rivede in un difensore della Roma attuale?
“Il calcio è cambiato rispetto ai miei tempi perché non si possono più fare determinate giocate vista la tecnologia e la moviola in campo. Oggi al difensore viene chiesto di tentare la giocata, prima bastava saper appoggiare ai centrocampisti e spazzare alla bell’e meglio”.

Chi è stato l’attaccante più complicato da marcare per lei?
“Montella. In area di rigore era fortissimo, sapeva proteggere bene il pallone e appoggiarlo a chiunque senza alcun tipo di difficoltà”.

È stato contento di aver condiviso lo stesso spogliatoio di Walter Samuel?
“Sono stato molto felice di aver giocato con Samuel, è un ragazzo simpatico, aperto e umile, sempre a disposizione di tutti”.