Balzaretti: "Spinazzola ha le caratteristiche di Zambrotta. La finale con la Lazio è la sofferenza sportiva più grande in carriera"

07.03.2020 14:01 di  Gabriele Chiocchio  Twitter:    vedi letture
Balzaretti: "Spinazzola ha le caratteristiche di Zambrotta. La finale con la Lazio è la sofferenza sportiva più grande in carriera"
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© foto di Antonello Sammarco/Image Sport

Federico Balzaretti è stato intervistato da soccermagazine.it. Ecco uno stralcio delle sue dichiarazioni.

Per la duttilità ti rivedi un po’ in Spinazzola, oggi?
«Spinazzola lo rivedo molto in Zambrotta più che in me, è un destro che gioca a sinistra. Di mancini che giocano a destra forse non ce n’è nessuno. Io ho avuto la fortuna nel settore giovanile di avere un allenatore che mi faceva giocare da quel lato, che quando vincevamo 5-0 o 6-0 ci cambiava di fascia. Per cui il mio uso del piede destro era buono, non eccellevo nel sinistro ma calciavo bene anche col piede “sbagliato”. Questo mi ha aiutato. Spinazzola lo rivedo molto più nel modo di giocare, nello stile, nella corsa e nelle caratteristiche di Zambrotta».

Secondo te qual è la squadra più accreditata a spezzare il ciclo della Juventus? Credi anche nella Lazio che ha avuto questo exploit o nel Napoli che comunque è stato molto continuo in questi anni?
«Io penso che se andiamo a vedere negli anni, per quello che è anche il progetto futuro e per continuità l’Inter e forse il Napoli sono le due squadre che possono stare più vicine alla Juve anche in futuro. Per il Napoli secondo me questa è stata un’annata sfortunata, ma il valore della rosa è alto e Gattuso adesso sta facendo molto bene. Non avevo dubbi sul valore della rosa e sono contento che stia facendo così bene. L’Inter per investimenti fatti, proprietà nuova e potenziale, anche a livello di salari, nel tempo secondo me si avvicinerà sempre di più alla Juventus. È chiaro che possono permettersi giocatori di livello molto alto e potranno permetterseli anche in futuro. E poi ci sono squadre come Lazio e Roma che negli ultimi anni stanno facendo comunque molto bene. Quest’anno la Lazio sta avendo un exploit straordinario non a caso, perché è una squadra che lavora con lo stesso direttore sportivo e lo stesso allenatore da tempo. Sono la fotografia di quanto sia importante avere continuità. Loro in questo momento stanno simboleggiando veramente questo, insieme all’Atalanta. Stanno raccogliendo i frutti del lavoro di tanti anni. La Roma ha raggiunto il secondo e il terzo posto per tanti anni. È stata negli anni di Conte la squadra più vicina alla Juventus, ha fatto una semifinale di Champions League. Sono sempre tutte squadre importanti. Credo che come possibilità anche future, però, l’Inter sia in questo momento la squadra con più grande potenziale, anche a livello economico, per competere con la Juventus se guardiamo da qua ai prossimi 5 anni. Il Milan che è un’altra squadra che ha un grande potenziale economico sembrerebbe in questo momento un pochettino indietro. Per la Roma vediamo adesso cosa succede con il nuovo presidente, perché ci sono tutte le premesse affinché anche loro possano avvicinarsi alla Juventus. In ogni caso, Lazio e Atalanta sono due squadre straordinarie che stanno vivendo un periodo fantastico e nel calcio non è così facile avere questa immagine di continuità. Perché spesso si tendono a bruciare allenatori, giocatori e dirigenti, quando invece la continuità premia sempre».

Hai un rimpianto? C’è una scelta che Federico Balzaretti non rifarebbe?
«No, direi di no. Scelte no, perché tutte le scelte ti portano poi ad essere la persona che uno è. No, assolutamente no. Anche le scelte più difficili e controverse che abbia potuto fare nella mia carriera sono sempre state ponderate e sono state frutto del mio carattere. Della mia voglia di mettermi in discussione e di fare scelte comunque difficili, a volte azzardate. Della voglia di mettersi in difficoltà apposta perché soltanto così si può crescere e veramente migliorare. Sono molto contento di tante scelte. Non ce n’è nessuna in particolare che non rifarei, assolutamente. Sono contentissimo della scelta di essere andato a Palermo che è stata molto importante nella mia carriera, poi anche quella di Roma perché in quell’estate c’erano tante squadre in cui potevo andare e sono stato assolutamente felice e orgoglioso di aver scelto Roma e la Roma, alla quale sono sempre molto, molto legato».

Per concludere: volendo fare una fotografia alla carriera di Balzaretti, quale sarebbe l’attimo da cogliere al di là del goal al derby di Roma che è già impresso nella tua storia?
«Una cosa che mi sarebbe piaciuta tanto sarebbe stata quella di vincere la Coppa Italia con il Palermo o di arrivare in Champions League. In due anni siamo arrivati a una finale persa e a un passo dalla Sampdoria per la Champions League. Da cogliere sarebbe stato magari il suggello finale, il poter vincere una di quelle due partite. A una ci siamo andati molto vicino pareggiandola alla penultima giornata con la Sampdoria, dove avevo avuto un’occasione incredibile alla fine, che poteva valere il sorpasso. L’altra era la finale di Coppa Italia contro un’Inter che era chiaramente più forte e più abituata di noi in determinate situazioni, ma avevamo fatto una partita forse superiore dal punto di vista della prestazione e delle occasioni rispetto a loro. Regalare a Palermo, una città che nella propria storia ha vinto poco o nulla, una coppa così importante sarebbe stato ancora più bello. In ogni caso, tra le partite che avrei voluto rigiocare c’è di sicuro la finale di Coppa Italia Roma-Lazio, che è stata la sofferenza sportiva più grande della mia carriera».