Segnali inquietanti
L'immagine di Spalletti in terra a battere i pugni è emblematica della serata giallorossa. L'importanza dei 3 punti, la rabbia e la frustrazione per averli visti sfumare a pochi minuti dalla fine, proprio quando servivano maggiormente per mettersi alle spalle la figuraccia di Champions. E, ora, due settimane per essere divorati dalle polemiche ed erosi da un'atmosfera che si è fatta improvvisamente pesante e che, difficilmente, migliorerà in questi ultimi giorni di calciomercato.
Spalletti è stato chiaro: “Non sappiamo gestire le partite”, “Abbiamo il braccino”, “C'è qualcosa che non torna, belli, buoni, alti e va bene, ma se non si accorcia mai sui cross è segno che dobbiamo metterci di più”. Sarebbe interessante capire chi non metta qualcosa in più ma, soprattutto, perché non lo faccia. Il comandante però è lui, è il tecnico toscano che deve caricare la squadra, preparla anche mentalmente. Le premesse per una stagione tremenda ci sono tutte, a cominciare dall'eliminazione dalla Champions, che ha condizionato anche le stagioni delle ultime eliminate italiane, Lazio e Napoli. Niente è irrecuperabile, per carità, anche perché siamo appena alla seconda giornata ma il cambio di rotta va dato adesso, al rientro dalla pausa, perché i segnali che arrivano dal campo (espulsioni comprese) e dalle dichiarazioni post gara non sono per niente rassicuranti.