Rimpianti e smarrimento: il micidiale cocktail giallorosso
Come se già non ce ne fossero abbastanza e ammesso che se ne possano avere ulteriori, la Roma semina altri rimpianti nella sua disgraziata stagione, abbandona quasi del tutto le residue speranze di centrare il piazzamento Champions League e si condanna, presumibilmente, a lottare fino all’ultimo minuto del campionato per non rimanere fuori dall’Europa. Il tutto, al termine di una settimana traumatica per il turbolento saluto a Daniele De Rossi - anche oltre i fatti effettivamente verificatisi, il che è una notizia - in cui parlare di calcio, scrivendo di una squadra di calcio (oltre che di un’azienda, e non lo scopriamo di certo dalle parole di Guido Fienga, o di Andrea Agnelli), sembra quasi paradossale. Si prova a partire da questo, anche perché l’alternativa è parlare di cose nate con un certo senso e finite per averne ben poco, perché accumunate ad altre che non ne hanno per niente. La Roma, come in tutta la gestione Ranieri, sul campo del Sassuolo ha spinto sull’acceleratore solamente per un tempo: se in casa questo era più volte bastato per prendersi i punti in palio, fuori casa il successo con il tecnico di San Saba è arrivato solo contro la Sampdoria, quando pure Quagliarella ebbe negli ultimi istanti la chance di pareggiare. Ma il rimpianto più grande, tra i tanti dell’annata, è che questo passo zoppicante sarebbe bastato per centrare gli obiettivi di inizio anno e vivere questo momento “particolare”, forse, con un clima diverso.
Lo si è detto tante volte, lo si conferma per l’ennesima, un leit-motiv che deve assolutamente chiudersi qui, senza un ulteriore prolungamento contro il Parma. Senza la coppa più importante, partecipare almeno all’Europa League - sia pure dai preliminari estivi - è l’unico modo per non rendere questa stagione un totale buco nero, “limitandola” a un rumoroso incidente di percorso. Che avrà delle conseguenze a tutti i livelli e il non sapere quali contribuisce a rendere la situazione ancora più difficile: uno smarrimento che prima o poi finirà, ma dal quale è difficile non rimanere travolti. Rimpianti per il passato, smarrimento per il futuro e 8 giorni di presente ancora da vivere: non c’è tempo a cui affidarsi per trovare un po’ di conforto.