L'anno -1
Negli scorsi anni, la Roma ci ha abituato a cambiare tanto, sul campo e in panchina: sarebbe stucchevole ripetere per l’ennesima volta l’elenco di calciatori acquistati e di allenatori ingaggiati dalla ormai vecchia proprietà, con annesse polemiche per l’impossibilità di puntare su un gruppo consolidato come invece altre società fanno e come faceva in passato la Roma stessa, finita però per rimanere con un parco giocatori vecchio e svalutato, completamente da ricostruire. In questa anomala estate (più inizio autunno) di mercato, i giallorossi avranno però meno tempo del solito, con l’ovvia conseguenza di poter intavolare meno operazioni, vista, oltretutto, l’assenza di un direttore sportivo, con le trattative “ufficialmente” delegate ad agenti e intermediari (cosa che è sempre accaduta e, di questi tempi, sempre accadrà, ma è un altro discorso). È arrivato Pedro, probabilmente si cambierà portiere, arriverà un centrale (che sia Smalling o un suo sostituto), si cercheranno dei quinti di difesa e un vice Džeko: il terremoto più grande sarebbe, eventualmente, proprio la sostituzione del 9 in caso di cessione. Non poco, ma comunque meno rispetto al passato recente.
Poi c’è l’allenatore: Fonseca non ha colpe specifiche nel non raggiungimento degli obiettivi della passata stagione e qualsiasi alternativa migliorativa disponibile sembra essere fuori portata. Messa così, per logica, quella del portoghese sembrerebbe una conferma “forzata”; la realtà fattuale è che oggi nella Roma non c’è quasi nessuno che possa spingere per un esonero o dare forza alla posizione del tecnico, che continuerà così nel suo lavoro, iniziato in un modo e finito in uno completamente diverso. Ecco, più che su altri nomi bisognerebbe ragionare sugli obiettivi “di gioco”: se tornare a un’impostazione più europea come quella dello scorso autunno o mantenere l’assetto maggiormente speculativo del finale d’annata. L’anno -1 che sembra star cominciando potrebbe farlo nel segno della continuità, più o meno marcata a seconda delle esigenze.