Belli, sporchi e cattivi
Se escludiamo il derby, la Roma ha vinto a Genova la sua terza gara in trasferta e l'ha fatto meritando, soffrendo il giusto, e tenendo fino alla fine l'uno a zero, evento capitato solo un'altra volta in questa stagione, contro il Milan. Quante volte abbiamo sentito dire: “La Roma non riesce a vincere le partite sporche, a tenere l'uno a zero come fa la Juventus”?
I giallorossi l'hanno fatto accettando la sfida sul piano del dinamismo, in cui i liguri eccellono.
Parafrasando il celebre film di Ettore Scola, i capitolini sono stati finalmente brutti, sporchi e cattivi.
Belli – Sì, perché la Roma ha creato tanto, arrivando al tiro 16 volte (10 le conclusioni del Genoa). A tratti i giallorossi hanno dominato il gioco, concedendo poco ai grifoni. A cercare il pelo nell'uovo, alla squadra di Spalletti si può rimproverare lo scarso cinismo sotto porta. Di quei 16 tiri, solo 3 sono andati nello specchio della porta mentre i padroni ne hanno indirizzati 4, con Szczesny che si è dovuto superare in un paio di occasioni.
Sporchi – L'ha detto Spalletti: “Abbiamo vinto una partita sporca” ed è quello che il tecnico toscano chiedeva da tempo. La Roma storicamente fatica a vincere partite di questo tipo, fondamentali se si vuole puntare a vincere qualcosa. I giallorossi l'hanno fatto, strappando tre punti da un campo difficilissimo.
Cattivi – Oppure cazzuti, sempre per usare un termine spallettiano. Arrabbiati il giusto e determinati nel portare a casa il bottino pieno, i giallorossi non hanno avuto cali di tensione. Non si sono specchiati, non si sono cullati nelle occasioni create. Sono rimasti sempre in partita, sempre vigili, sempre grintosi. È forse l'aspetto più importante questo, il fattore che ha determinato molte vittorie della Juventus e molte non vittorie della Roma. Bisogna ora dare continuità a questo tipo di atteggiamento e, poi, il capolavoro spallettiano sarà completo.