Un Chi...occhio al Regolamento - Napoli-Roma 1-3
Sono diversi gli episodi da analizzare di questo Napoli-Roma, arbitrato dalla terna comandata dal signor Domenico Celi della sezione di Bari, principalmente riguardanti la regola 11, quella del fuorigioco.
La regola 11 distingue tra posizione di fuorigioco e infrazione di fuorigioco. La posizione di fuorigioco di per sé non è un’infrazione, e un calciatore è in posizione di fuorigioco quando, nella metà campo avversaria:
• è più vicino alla linea di porta avversaria rispetto sia al pallone, sia al penultimo avversario.
(da “Il regolamento del giuoco del Calcio” edizione 2011, regola 11 “Il fuorigioco”)
Al 29’, Ezequiel Lavezzi ha lanciato in verticale un pallone in direzione di Christian Maggio, in posizione di fuorigioco. L’esterno azzurro però non ha ricevuto il pallone, perché Rodrigo Taddei lo ha intercettato giocandolo in fallo laterale. Un calciatore in posizione di fuorigioco deve essere punito solo se, a giudizio dell’arbitro, nel momento in cui un suo compagno gioca il pallone o è da questo toccato, egli prende parte attiva al gioco:
• intervenendo nel gioco;
oppure
• influenzando un avversario;
oppure
• traendo vantaggio da tale posizione.
(da “Il regolamento del giuoco del Calcio” edizione 2011, regola 11 “Il fuorigioco”)
Appare evidente come il fatto che Taddei abbia dovuto giocare il pallone per impedire che arrivasse a Maggio significhi che la posizione di fuorigioco del numero 11 napoletano abbia influenzato il suo avversario, e che si fosse dunque concretizzata l’infrazione di fuorigioco.
Un episodio analogo, ma valutato diversamente dalla terna arbitrale, è accaduto al 57’: sul lancio di Salvatore Aronica, Maggio, in posizione di fuorigioco, si è stavolta disinteressato del pallone, lasciandolo giocare a Gabriel Heinze pressato da Edinson Cavani, non in posizione di fuorigioco, con il primo assistente di Celi che ha però sbandierato l’infrazione di offside dell’esterno. Infrazione inesistente, visto che nell’occasione è stato l’attaccante uruguagio ad influenzare il comportamento del difensore argentino, e non l’esterno.
Il gol del vantaggio della Roma è una buona occasione per poter chiarire i criteri di assegnazione di reti e autoreti, compito che non spetta all'arbitro (che deve segnare i soli minuti delle segnature sul suo taccuino) ma ai delegati di Lega, che stila la classifica dei cannonieri. In modo erroneo, il gol dell’1-0 giallorosso è stato erroneamente assegnato dalle varie grafiche televisive ad Erik Lamela:
Una rete è classificata come autogol quando:
A. Un giocatore involontariamente calcia la palla direttamente nella propria porta. E’ il caso di un retropassaggio sbagliato o di un rinvio errato.
B. Un giocatore devia nella propria porta un tiro, un cross o un passaggio di un avversario non indirizzato nello specchio della porta.
(dai Criteri per assegnazione di gol della Lega Serie A)
L’argentino ha chiaramente calciato il pallone nella direzione opposta a quella della porta trovando la fortuita devizione di Morgan De Sanctis, cui è stata poi attribuita correttamente la paternità di quella che ovviamente è un’autorete. Discorso opposto per il gol del 3-1 di Fabio Simplicio, con il brasiliano che ha indirizzato il pallone, deviato da Paolo Cannavaro, verso la porta avversaria. Gli amanti del fantacalcio non avranno dubbi sui vari bonus e malus da assegnare.