Tutto si decide a centrocampo: confronto tra le prime della classe
Le partite si decidono a centrocampo: quello che a primo avviso potrebbe apparire come il più banale dei luoghi comuni, per la Roma di Rudi Garcia è il principio cardine su cui si basano gli attuali successi. De Rossi-Strootman-Pjanic, una miscela esplosiva che combina quantità (straordinario a tal proposito l'apporto fornito dall'olandese, vera e propria forza della natura), e qualità. Dopo la partita monstre giocata contro il Napoli, nelle prossime giornate sarà proprio Miralem Pjanic l'incaricato a far sentire meno la mancanza di Francesco Totti in fase di impostazione della manovra, compito che potrà svolgere in tutta tranquillità proprio grazie alla copertura dei compagni di reparto.
Andiamo ora ad analizzare i reparti di centrocampo delle rivali dei giallorossi in campionato.
JUVENTUS - Fiore all'occhiello dei campioni d'Italia uscenti, il terzetto Vidal-Pirlo-Marchisio, con Pogba pronto a sostituire uno qualsiasi dei tre calciatori citati, è un vero punto di forza per la squadra di Conte. Nonostante un avvio di stagione non proprio brillante, Andrea Pirlo rimane uno dei playmaker migliori della nostra Serie A, dotato di una gran visione di gioco che gli permette di lanciare negli spazi gli inserimenti dei propri compagni di squadra. Pericolosissimo nella metà campo avversaria, Marchisio predilige la classica posizione a ridosso delle punte per sfruttare il perpetuo movimento di Vidal.
NAPOLI - Con l'arrivo di Rafa Benitez, il Napoli ha messo da parte lo smodato uso degli esterni di centrocampo che garantiva Mazzarri, per consegnare l'onere delle folate offensive al tridente d'attacco, da Callejon a Mertens passando per Insigne. In mezzo al campo tanta sostanza, con due mediani come Behrami e Inler (o Dzemaili) a pensare prima alla fase difensiva, come visto nel match contro la Roma, piuttosto che a quella offensiva, retta per vie centrali da Marek Hamsik, punto di riferimento per la formazione partenopea.
MILAN - Nota dolente della formazione rossonera un centrocampo che sembrerebbe male assortito, composto da calciatori più inclini alla distruzione del gioco avversario piuttosto che all'impostazione della propria manovra, eccezion fatta per Montolivo, schierato però solitamente troppo in avanti per poter svolgere la funzione di regista. A Kakà, pupillo di Galliani tornato alla base questa estate, il compito di invertire la rotta e risollevare i rossoneri, reduci da un opaco avvio di campionato.
FIORENTINA - Allenati da Vincenzo Montella, i viola hanno in un ex giallorosso il deus ex machina del proprio centrocampo: David Pizarro. E' dai piedi del cileno che infatti prende il via la maggior parte delle azioni offensive dei toscani, in un rombo che vede nel vertice alto Borja Valero, la cui tecnica gli permette, con uguale efficacia, di scegliere la conclusione da fuori, l'apertura per gli esterni o il passaggio filtrante per l'inserimento degli altri due compagni di reparto, spiccatamente offensivi se in campo ci sono Aquilani e Mati Fernandez, più coperti invece con l'ex milanista Ambrosini sul terreno di gioco.
INTER - Organizzazione e attenzione alla fase difensiva. Questo il sistema di gioco portato alla squadra nerazzurra dal neo tecnico Mazzarri, che ha puntato molto sull'esperienza di Cambiasso, schermo davanti alla difesa, unito alla freschezza e alla verve di Taider, Kovacic o Guarin, calciatore in grado di fare la differenza se in giornata positiva. Fondamentali però nello scacchiere tattico dell'allenatore toscano i due esterni di centrocampo del suo 3-5-1-1, Jonathan e Nagatomo, rigenerati dopo la disastosa annata 2012/2013.