Totti, sono nove: "E' il record più bello". Raggiunti Da Costa e Delvecchio
Il rigore, la corsa verso la Sud per prendere l'abbraccio dei suoi tifosi. E poi la dedica alla telecamera a chi, dall'altra parte del Tevere, lo ha sempre ritenuto non decisivo nei derby: "E' il record più bello". Di record Totti ne ha stritolati tanti. Ma questo è quello più intenso, quello più sentito, è il record del cuore. Perché la sfida di Totti alla Lazio, iniziata nel lontano 1998 quando riuscì a mettere dentro il gol del pareggio in una stracittadina data ormai per persa, non è mai finita. Anche in quell'occasione, corsa verso la Sud per farsi abbracciare dai suoi tifosi. Dai suoi colori. Era la Lazio dei campioni, quella che l'anno dopo avrebbe vinto lo scudetto, ma l'orgoglio di Totti e compagni fu più forte di tutto. E di tutti.
Derby e vigilie costellate di continui sfottò, fatti e ricevuti, proprio come si usa tra tifosi al bar. E la prima vittoria in una stracittadina, quel 3-1 con tanto di maglia "Vi ho purgato ancora" con Zeman in panchina. I romanisti non l'hanno mai dimenticata, nemmeno i laziali. Poi i derby di Capello, il pallonetto del 5-1, la rete di testa, sempre sotto la Sud, su cross di Lima. Quel rigore trasformato nel recupero del derby sospeso quando si improvvisò cameraman. Poi Spalletti in panchina, i botta e risposta con Di Canio (dove lo sfottò divenne più "cattivo") e le 11 vittorie consecutive. Gli anni passano ma la musica non cambia: rigore trasformato e corsa sotto la Monte Mario a mimare un parto per accogliere l'arrivo del primogenito Cristian sotto gli occhi della moglie Ilary. E la doppietta nel derby del marzo 2011, il sogno di tutti i tifosi giallorossi, il giorno del "The kung of Rome is not dead".
Non è morto Totti, non morirà mai. E in quella dedica alla telecamera dopo aver battuto Marchetti c'è tutto l'orgoglio del tifoso romanista.