Quando Berlusconi tentò di comprare il Lupetto...
È il 9 maggio 1983. La Roma sta festeggiando il suo secondo scudetto mentre un imprenditore milanese, proprietario di alcune tv private, tenta di scardinare il monopolio Rai cercando di acquisire i diritti per trasmettere la Roma nella successiva Coppa dei Campioni. Silvio Berlusconi, ancora non entrato nel mondo del calcio, ne parla con il presidente giallorosso Dino Viola, come riporta Il Messaggero del 9 maggio 1983, e prova anche a comprare il Lupetto, il simbolo giallorosso per eccellenza. Nessuna questione affettiva, ovviamente, ma solo la volontà di sfruttare commercialmente il marchio, mostrando di essere in netto anticipo con i tempi. Questo uno dei tanti aneddoti contenuti nel libro su Dino Viola, “La prigionia del sogno”, scritto da Manuel Fondato e in uscita a breve: “Il rapporto tra Viola e Berlusconi era molto stretto – le parole di Fondato in esclusiva per Vocegiallorossa.it -. Si stimavano molto.
Berlusconi si stava affacciando nel mondo del pallone: come spiegato bene nel libro, guardava al modello Roma e al modello di gestione di Dino Viola. Il giorno in cui morì De Falchi, Viola si trovava ad Arcore. Fecero molte operazioni di mercato, come quello che portò Ancelotti al Milan ma la Roma aveva bisogno di fare quell'operazione in quel momento. Berlusconi simpatizzava per il modo con cui Viola gestiva la società e, viste le ultime dichiarazioni di Piersilvio Berlusconi (“Simpatizzo per la Roma”, ndr), chissà che le stesse non trovino origine nel rapporto tra il padre e Dino Viola. Un rapporto poco noto e che sarebbe durato nel tempo, se Viola non ci avesse lasciato 5 anni dopo l'acquisizione del Milan da parte di Berlusconi”.