Modulo e uomini sono quelli del derby, ma la Roma resta ostaggio delle proprie paure

Dall'inviato allo Stadio A. Franchi di Firenze, Gianluca Ricci
20.03.2011 14:25 di  Gianluca Ricci   vedi letture
Modulo e uomini sono quelli del derby, ma la Roma resta ostaggio delle proprie paure
Vocegiallorossa.it
© foto di Alberto Fornasari

Giocare alle 12.30, una novità buona solo per gli appassionati del calcio in tv. Quasi una costante, nei lunch match domenicali di serie A, vedere di fronte squadre disorientate dall'orario insolito, oltremodo ferme sulle gambe e lente a ragionare. Non è esente da questa regola la Roma in questa trasferta fiorentina. Lenta, impacciata e abulica nel primo quarto di gara. Montella non cambia sistema di gioco, ormai la squadra si è abituata al 4-2-3-1 e così si va avanti almeno finché sará in grado di supportare il tridente. N. Burdisso e Riise terzini, Juan e Mexes centrali difensivi, con Pizarro e De Rossi in mediana. A completare lo schieramento Perrotta alle spalle di Capitan Totti oltre a Taddei e Menez esterni alti. Nonostante la disposizione tattica a loro più congeniale i giallorossi inizialmente lasciano muscoli e testa negli spogliatoi, spaesati e in evidente difficoltà specie nella fase difensiva. Proprio da questo nasce il grave errore di Mexes dal quale scaturisce il vantaggio viola ad opera di Mutu. Totti pareggia su rigore, ma la difesa romanista proprio non c'è: il 4-2-3-1 da ampie garanzie, la condizione atletica è in miglioramento ma a dieci dal riposo il quartetto arretrato di Montella è in bambola e su palla inattiva Doni incassa il raddoppio viola su colpo di testa di Gamberini. A questo punto il modulo deve entrarci poco, semmai il campanello d'allarme è psicologico.

Puoi vincere il derby, puoi prendere 10 punti nelle ultime quattro gare di campionato, ma gli uomini di Montella restano ostaggi delle proprie paure. Di quei fantasmi che non riesci a scrollarti di dosso anche se molte cose sembra stiano tornando a posto. Purtroppo peró elementi fondamentali, anche per la buona riuscita dell'assetto tattico spallettiano, come Riise e Menez continuano ad alternare (poche) cose buone ad altre pessime. Un discorso a parte lo merita Pizarro: fondamentale nel 4-2-3-1, il piccolo grande cileno si sacrifica pur non essendo al top per i problemi alla schiena. Peró si vede che non è lui, che è costretto a tenere il freno tirato. Nella ripresa l'ex Aeroplanino non cambia nulla, né a livello di uomini né di disposizione in campo. Si prosegue sulla stessa strada del primo tempo sperando peró in una reazione da parte della squadra. Dopo 8' Rosi rileva Taddei e va ad occupare la stessa posizione di Rodrigo, alto a destra. Poco dopo arriva il 2-2 del Capitano per riuscire almeno a salvare il pari. E all'uopo entra anche Brighi per Perrotta nell'ultimo quarto d'ora. Unico aspetto positivo, il quinto risultato utile consecutivo. Ma i fantasmi della crisi quelli no, la Roma non riesce a scrollarseli di dosso.