I DUELLI - L'esordiente Viviani contro il mostro sacro Pirlo, Osvaldo cerca riscatto e trova Barzagli. De Rossi, occhio a Matri!
Moduli simili, caratteristiche diverse, risultati opposti. Tra la Juventus di Antonio Conte e la Roma di Luis Enrique ci sono ben tredici punti di differenza, frutto sicuramente di un diverso livello di apprendimento degli insegnamenti dei due tecnici e di differenze tecniche dei singoli, certamente più incisivi tra i bianconeri (il cui capocannoniere, a quota 6 gol insieme a Matri, è addirittura Marchisio, un centrocampista) che tra i giallorossi. Proprio a proposito dei singoli, la partita di stasera vedrà in campo duelli molto interessanti e sorprendenti, che andiamo ad analizzare nel dettaglio.
DE ROSSI – MATRI - Il primo confronto vede fronteggiarsi il vertice offensivo bianconero contro quello che sarebbe dovuto essere il perno della manovra giallorossa, costretto però stasera a causa delle tante assenze per squalifiche e infortuni a ricoprire il ruolo di difensore centrale. In carriera De Rossi ha già giocato da professionista in questa posizione in altri due casi: oltre a quello dell’ultimo turno contro la Fiorentina, l’ultima apparizione di Capitan Futuro da stopper risale all’ottobre del 2008 in una gara esterna contro l’Udinese, quando Spalletti, allenatore di allora, fu costretto dalla disperazione a sostituire Loria all’intervallo nonostante l’assenza di altri difensori centrali disponibili. La prova di De Rossi, al contrario di quella di Firenze, non fu eccezionale, tant’è che dopo pochi minuti i bianconeri, già in vantaggio per 2-0, aumentarono il divario grazie a un gol di un Di Natale andato via proprio al numero 16 giallorosso, che sbagliò l’anticipo e lasciò il solo Panucci a contrastare l’attaccante dei friulani. Per quanto la partita del Franchi possa far vedere netti miglioramenti rispetto alla prova di allora, la velocità e la scaltrezza di Matri potranno creare problemi a De Rossi, soprattutto se non verrà aiutato da Heinze o dai centrocampisti nell’uno contro uno.
VIVIANI – PIRLO - Il paragone potrà strappare sicuramente un sorriso a chi legge, e sarebbe strano il contrario. Un Primavera all’esordio in Serie A contro il regista della Nazionale Campione del Mondo nel 2006, due volte Campione d’Europa col Milan e oggi perno della squadra capolista in Serie A. Un confronto impietoso sul piano dei trascorsi sportivi, forse meno sul piano della fame e della personalità. Il classe ’92 giallorosso in questi mesi di Campionato Primavera ha dimostrato di essere più che pronto per il salto tra i grandi, ma dovrà far vedere di saper far fronte ad una pressione pazzesca come quella che la sfida contro la Juventus capolista sa dare. Per il capitano della Primavera Campione d’Italia sarà dunque il battesimo del fuoco, oltretutto al cospetto di un mostro sacro della linea mediana, l’uomo dal quale partono tutte le azioni importanti della Juventus e che dovrà essere assolutamente contenuto: lasciare pensare qualche secondo in più uno come Pirlo potrebbe risultare deleterio per una difesa, quella giallorossa, tutt’altro che irreprensibile.
OSVALDO – BARZAGLI - Dopo il discusso stop per motivi disciplinari nella gara di Firenze, Osvaldo ritorna al centro dell’attacco giallorosso e dovrà vedersela contro un difensore abbastanza sottovalutato dai media ma dal rendimento altissimo in questa stagione: Andrea Barzagli. Pagato meno di un milione di euro dal Wolfsburg, il Campione del Mondo non ha mai sfigurato in maglia bianconera ed anzi ha permesso a Conte di poter spostare un perno come Chiellini e sinistra senza perdite a livello di qualità complessiva del pacchetto arretrato. Toccherà al numero 9 giallorosso, voglioso di riscatto, dopo gli episodi che lo hanno visto protagonista fuori dal campo, e affamato di gol (tolta la splendida rete annullata contro il Lecce, non va a segno dal 5 novembre, giorno di Novara-Roma), abbattere le resistenze dei centrali bianconeri e soprattutto dell’ex palermitano.