Giudizi frettolosi su Gervinho, per Garcia è un titolarissimo
Nessuno può mettere in dubbio un fatto che è sotto gli occhi di tutti: la perplessità (e un po' di indifferenza) all'arrivo di Gervinho a Roma. L'ex Arsenal, riconosciuto da tutti come un giocatore con grandissime doti atletiche, non è propriamente un goleador. Le prime uscite poi, al "Picchi" di Livorno e con il Verona in casa, avevano fatto storcere il naso a più di qualcuno. "Non segna", "è troppo confusionario", "corre tanto ma davanti al portiere sbaglia sempre", sono alcune delle verità della prima ora, commenti e sentenze dei primi 180 minuti.
E' la città dei "è un fenomeno" dopo un solo dribbling, "è scarso" dopo un paio di passaggi sbagliati. Roma è sempre stata così e sempre sarà così. Croce e delizia di questa città dalla sentenza facile, troppo facile. Ne è l'esempio Gervinho, che sta crescendo di partita in partita, dopo un avvio (soprattutto Livorno e Verona) non molto esaltante per via di una condizione atletica non ancora ai massimi livelli a detta dello stesso numero 27 giallorosso. La partita di ieri, anche se non ce n'era bisogno, ha dimostrato tutta l'importanza dell'ivoriano nello scacchiere di Garcia, pronto a metterlo sempre in campo e sfruttare le sue qualità non solo atletiche, ma anche tecniche. Uno Gervinho che non sembra mai stanco, corre con la stessa intensità al 3' minuto come al 90', spesso mettendo in serissima difficoltà le difese avversarie. Come successo ieri: per tutta la gara è stata una spina nel fianco della difesa blucerchiata, che spesso andava a raddoppiare su di lui, ma, come è ovvio che sia, la luce dei riflettori è puntata sul gol: ottimo contropiede di capitan Totti, palla all'ivoriano (che si è fatto tre/quarti di campo ad un minuto dalla fine) che ha mantenuto lucidità siglando un gol da attaccante vero. Da Costa in uscita, tocco di sinistro all'angolino basso a freddare il portiere doriano. Non sbaglia quasi mai un dribbling, nell'uno contro uno è micidiale, la sua media voto cresce a vista d'occhio.
Garcia ha molta fiducia nel ragazzo, lo ha fortemente voluto prelevandolo dall'Arsenal ("Wenger? Meglio Garcia", le parole dell'ivoriano) senza nascondere quanto sia importante per il suo scacchiere tattico, per l'allenatore giallorosso è un titolatissimo. Ieri ha finalmente scritto il suo nome nel tabellino dei marcatori, forse l'unica cosa che mancava dopo aver procurato un rigore a Parma e aver fatto impazzire la difesa della Lazio nel derby di domenica scorsa.