Gerson, un'altra scommessa vinta da Di Francesco

09.11.2017 16:50 di  Veronica Sgaramella   vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Veronica Sgaramella
Gerson, un'altra scommessa vinta da Di Francesco
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Parlare di scommessa vinta nel caso di Gerson Santos da Silva, semplicemente noto come Gerson, non è prematuro. Il brasiliano classe ’97 possiede un talento naturale ancora da incanalare bene e probabilmente nemmeno lui stesso è conscio del suo potenziale. Ed è qui che subentra Di Francesco: il tecnico della Roma osserva molto i suoi calciatori, pretende altrettanto e non si accontenta, riuscendo a stimolarli e motivarli anche grazie ai frequenti turnover. Tutti sono utili, nessuno sembra essere indispensabile (o quasi) e dunque anche Gerson ha trovato la sua chance per inserirsi. A dispetto dello scorso anno, l’ex Fluminense nel corso dell’attuale stagione 2017/2018 ha già disputato 312 minuti, contro i 401 giocati tra qualificazione Champions League, Europa League e Serie A nella stagione 2016/2017. Lo scorso anno, chiuso con un assist all’attivo, è stato ufficialmente archiviato da Gerson in occasione di Fiorentina-Roma, gara affrontata da protagonista in qualità di ala destra. Grazie alla doppietta del brasiliano (e al gol di Manolas) i giallorossi sono riusciti a tornare dall’ostica trasferta di Firenze con tre punti preziosi e una certezza: la Roma di Di Francesco ha grande qualità. Lo scorso anno Gerson ha disputato 11 partite, tutte da centrocampista, ad eccezione di quella allo Stadium contro la Juventus, affrontata da ala destra costretta tuttavia ad un lavoro più difensivo, dovendo contenere le sortite offensive di Alex Sandro.

Al termine del primo tempo di quel match, Spalletti lo fece uscire, sottolineando una prestazione non all’altezza delle aspettative. Di Francesco, subentrato all’attuale tecnico dell’Inter, ha osservato il 20enne di Belford Roxo, lo ha testato per 4 volte nel ruolo di centrocampista e per altre 5 da esterno offensivo, meno limitato e circoscritto, pur dovendo naturalmente continuare a sostenere il terzino, scoprendo insieme al giocatore stesso punti forti e potenziale. Dargli fiducia è stata la mossa giusta di un allenatore che combina alla perfezione valutazioni, impegno dei calciatori e intuito. Ecco perché la prestazione di Gerson a Firenze non è un risultato casuale o un colpo di fortuna, è bensì il frutto di un sistema di lavoro ben calibrato di un tecnico lungimirante e preparato: "A Firenze Gerson si è mosso bene, non mi accontento, nemmeno lui. Lo seguivo ai tempi del Sassuolo, può fare l'esterno alto ma anche il centrocampista". Queste le parole di un allenatore capace di convincere partita dopo partita anche i più scettici, capace di vincere numerose scommesse, tra le quali, appunto, quella della fiducia riposta in Gerson, un calciatore oscurato all’inizio del suo percorso capitolino dal peso del suo cartellino e dalle pressioni dovute alle aspettative. Aspettative che ha appena iniziato a ripagare grazie al suo mister.