Conte e la sua Juventus di scena all'Olimpico: analisi, statistiche e precedenti
Nel posticipo della quindicesima giornata, la Roma cercherà di risollevarsi dalle due sconfitte consecutive in esterna (Udine e Firenze) ospitando la Juventus di Antonio Conte, capolista del torneo con 29 punti. E se il momento giallorosso non è dei migliori, non si può affermare lo stesso dell’attuale situazione bianconera: finora il lavoro svolto dall’ex allenatore del Siena è parso molto buono, visto il livello di gioco espresso e l’imbattibilità nella Serie A Tim (tredice giornate, non accadeva dalla stagione 1997/1998, quando la Juventus assaporò la sconfitta al quattordicesimo turno contro l’Inter). I piemontesi sono una delle cinque squadre europee, tra quelle partecipanti ai campionati di massima serie, a non aver ancora perso (considerando tutte le competizioni nazionali e locali): le altre sono Hibernians (Malta), Grevenmacher (Lussemburgo), Debrecen (Ungheria) e Libertas (San Marino). Tuttavia non è fortunato l’unico precedente disputato da Conte al cospetto della Roma: il 29 novembre 2009 la sua Atalanta venne battuta allo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” dalla Roma di Ranieri con il punteggio finale di 2-1 (vantaggio orobico di Ceravolo, sorpasso firmato da Vučinić e Perrotta). Bilancio in parità per quel che riguarda le sfide da calciatori: una vittoria a testa nel doppio confronto della Champions '95-'96 (Real Madrid-Juventus 1-0 del 6 marzo 1996 e Juventus-Real Madrid 2-0 del 20 marzo). Nello scontro con il Barcellona invece, nella stagione 2002/2003, Antonio Conte non scese in campo.
Partito con l’idea di schierare la Juventus con il 4-2-4 (a seconda delle diverse interpretazioni può diventare un 4-4-2 o un 4-2-2-2) e dopo aver provato diverse soluzioni tattiche quali il 4-1-4-1, 4-2-3-1 e 3-5-2, i bianconeri sembrano aver trovato la quadratura perfetta grazie al modulo utilizzato nelle ultime settimane: il 4-3-3. Tre le caratteristiche fondamentali sulle quali si basa il gioco impostato da Conte: il continuo pressing sui portatori di palla avversari, il grande dinanismo dei centrocampisti e la ricerca del possesso palla per creare spazio durante l’impostazione del gioco. In particolar modo, quest’ultimo dato è certificato da alcune statistiche interessanti che riguardano i bianconeri: con 28':37"di media, è la terza squadra dopo Milan e Roma a tenere maggiormente il controllo della sfera di gioco (ma superano le due rivali in quanto a indice di pericolosità); seconda posizione per quel che concerne il numero di palle giocate: 662 per match. Altresì è il team, insieme al Novara, ad usare in minor misura il lancio lungo, elemento che nella Juventus di Conte si nota assai di rado.
La difesa a quattro che vedremo all’Olimpico sarà formata, sugli esterni, da Lichtsteiner a destra e Chiellini a sinistra, con Barzagli e Bonucci a completare il reparto nella zona centrale. A fare la differenza in queste prime giornate sono stati lo svizzero ex Lazio, capace di offrire grande spinta sulla fascia grazie alle continue sovrapposizioni, e Barzagli, arrivato per 300.000 euro dal Wolfsburg e autore finora di un campionato al limite della perfezione (gioca quasi sempre di anticipo sugli attaccanti). I pochi misfatti dei piemontesi sono arrivati invece quasi esclusivamente dagli errori dell’ex centrale del Bari: i disguidi di posizionamento, di disimpegno e di valutazione di Bonucci sono stati determinanti in almeno il 60% delle dieci reti subite dalla Juventus, rendendolo di fatto il punto debole della squadra. In ripresa Giorgio Chiellini: dopo un avvio difficile e il conseguente spostamento sulla corsia laterale sinistra, il nazionale italiano è tornato a disputare buone prestazioni senza essere protagonista di particolari indecisioni. Spetta a loro il compito di far cominciare l’azione: grande circolazione di palla da destra a sinistra in attesa di creare spazi per i centrocampisti, con Pirlo che si prepara a ricevere per far avanzare compatta la squadra. Le due mezz’ali, fondamentali sia nel pressing sia nella costruzione del gioco, sono Marchisio e Vidal: il primo sta giocando la sua miglior stagione della carriera (sei le marcature per il nazionale italiano) mentre l’ex Bayer Leverkusen si sta rivelando decisivo per i meccanismi della squadra. Il cileno, dotato di una buona tecnica, ha nell’aggressività e nella capacità d’interdizione le sue armi migliori (uno dei migliori della Serie A per palle rubate e tackles) con Marchisio che invece cerca spesso e volentieri l’inserimento tra le maglie della difesa avversaria grazie ai movimenti delle punte. Nel corso della partita difatti, si può vedere come spesso Vučinić o Matri vengano a prendersi la palla centralmente, portandosi così dietro il difensore di turno e permettere ai centrocampisti di attaccare la zona difensiva lasciata scoperta dalla retroguardia rivale. A conferire maggiore pericolosità e imprevedibilità al gioco bianconero sono inoltre i tagli centrali di Simone Pepe: il suo dinanismo e la sua corsa risultano importanti sia in attacco che in difesa, visto il grande apporto che l'ex Udinese riesce a dare anche in fase di copertura e ripiegamento. Come detto in precedenza, attenzione in particolar modo al pressing richiesto da Conte: persa la palla, si nota come i piemontesi cerchino subito di recuperarla nella metà campo avversaria andando immediatamente ad aggredire con molti uomini. In caso di recupero della sfera, la transizione della Juventus può essere in questo modo rapida e ben giostrata, con Pepe e Vučinić che aprono il campo e Matri occupato invece ad attaccare la profondità (sei le reti per lui).
Due le possibile alternative per Conte, dovute essenzialmente all’assenza del montenegrino: la conferma del 4-3-3 con l’ingresso di Quagliarella (il centravanti stabiese, pur avendo caratteristiche diverse, sembra il più adatto per qualità tecniche e di manovra a sostituirlo) o un possibile ritorno al 4-2-3-1, con Matri unica punta e l’utilizzo di Estigarribia sulla fascia sinistra (Marchisio e Pirlo davanti la difesa). Difficile comunque pensare che Conte cambi nuovamente per la seconda trasferta di fila: la difesa a 3 schierata a Napoli fu messa in campo per bilanciare la superiorità numerica dei partenopei a centrocampo e il loro gioco sulle fasce mentre, in questa circostanza, la Juventus sarà opposta ad una mediana speculare e sacrificare l’impianto di gioco ben supportato da Vidal, Marchisio e Pirlo potrebbe rivelarsi un azzardo. Da non escludere infine l’opzione Estigarribia nell’attacco a 3: il paraguayano ex Newell's Old Boys ha dimostrato una discreta abilità nel saltare l’uomo sia nello stretto che in velocità e le sue perfomances finora hanno mantenuto le attese della dirigenza bianconera.
Ben dodici i calciatori bianconeri ad essere già andati a segno dinanzi alla Roma: a guidare la graduatoria è Alessandro Del Piero con dodici goals (serie iniziata l’8 febbraio 1998, Juventus-Roma 3-1) . Segue con sette Iaquinta (tre con l’Udinese), mentre a quota quattro troviamo Amauri (due doppiette tra le fila di Chievo e Parma), Matri (tre con la casacca del Cagliari) e Toni ( Fiorentina, Palermo e Brescia). L’ex Vučinić (Lecce) e Quagliarella (Udinese e Ascoli) sono fermi a due, con Grosso (Palermo), Pepe (Palermo), Pirlo (Milan), Krasić e Lichtsteiner (Lazio) che chiudono la lista con una rete all’attivo. Per Barzagli invece c’è da segnalare un autogol: avvenne in un Roma-Chievo 3-1 del 10 aprile 2004.
E’ Francesco Totti il giocatore della Roma con più marcature nel proprio palmarès nei confronti della Juventus: sono otto i goals per il Capitano, primo dei quali giunto in Roma-Juventus 3-1 di Coppa Italia del 14 dicembre 1994.Il rientrante Osvaldo è secondo grazie alle due realizzazioni contro i bianconeri (una con il Lecce in serie B e l’altra con la maglia della Fiorentina). Con una rete ciascuno terminano la classifica De Rossi, Taddei, Perrotta e Simplício (Palermo).
Infine due ricorsi statistici di rilievo: nelle gare di campionato disputate il 12 dicembre all’Olimpico la Roma ha sempre vinto (stagione ’54-’55 2-1 Milan, ’65-’66 1-0 Torino, ’82-’83 Inter 2-1 e ’10-’11 Bari 1-0). Il secondo dato riguarda la capacità storica della Roma di interrompere la serie di imbattibilità in campionato dei bianconeri: è già successo in sette circostanze, ponendo i giallorossi tra le bestie nere della Juventus sotto questo insolito aspetto. Di seguito l’elenco dettagliato:
1966/1967: 4 dicembre, Roma-Juventus 1-0. 10° giornata
1981/1982: 1 novembre, Juventus-Roma 0-1, 7° giornata
2001/2002: 29 settembre, Juventus-Roma 0-2, 5° giornata
1931/1932: 18 ottobre, Roma-Juventus 2-0, 5° giornata
1958/1959: 19 ottobre, Roma-Juventus 3-0, 5° giornata
1941/1942: 9 novembre, Roma-Juventus 2-0, 3° giornata
1993/1994: 5 settembre, Roma-Juventus 2-1, 2° giornata