Pià: "Scambio Dzeko-Sanchez? La Roma avrebbe perso tanto". AUDIO!
L'ex attaccante Inacio Pià ha parlato in diretta a TMW Radio, nel corso di Stadio Aperto:
Il momento del Napoli?
"Secondo me c'è troppo pessimismo, bisogna capire anche quali fossero gli obiettivi a inizio stagione. Se si parla di Scudetto, è lontano, se è la Champions però è ancora in corsa. Non vedo tutte queste cose negative. Normale che se un allenatore legge che il suo presidente ha parlato con altri allenatori possa essere infastidito, ma la proprietà ha tutto il diritto di farlo".
Lei come giudica Gattuso?
"Gattuso per me sta facendo un ottimo lavoro, dobbiamo anche contare che gli mancano due giocatori importanti come Mertens e Osimhen da tanto tempo, fondamentali per come vuole giocare. Ripeto: il Napoli è ancora in corsa su ogni obiettivo, non posso considerare negativo il suo lavoro. La squadra è in emergenza, gli manca la consapevolezza di essere forti: senza autostima sembra andare tutto male".
Quanto manca davvero Osimhen?
"Lo si è visto così poco che è difficile giudicarlo, anche se in passato è sempre stato devastante. Il giocatore c'è, ma Gattuso non ha potuto averlo con continuità. Oggi in rosa non ha prime punte di ruolo se non Petagna, e spesso si ritrova in emergenza o a improvvisare cose come Lozano prima punta. Un'assenza che pesa e sta pesando".
Caso Gomez: alla fine la società si è schierata con Gasperini. Tutti felici e contenti?
"Normale che dal punto di vista tecnico l'Atalanta ha perso qualcosa, ma la società ha dato un segnale importante. Lasciare Gomez fuori rosa non è semplice, e fa capire che oggi l'Atalanta è un top club, che può lasciare fuori anche il capitano. Hanno guadagnato credibilità con tutti gli altri".
Qual è il colpo più intrigante dell'ultimo mercato?
"Il mercato è stato freddo, credo che le piccole si siano mosse meglio di tutte le altre. Quello che può fare la differenza, nella lotta salvezza, è Pellè al Parma".
Cosa pensava del possibile scambio Dzeko-Sanchez?
"Come caratura la Roma avrebbe perso tanto, Dzeko è uno che fa gol e reparto da solo: saresti andato a rinforzare una squadra già forte. Ci avrebbe guadagnato l'Inter".
Perché il Torino è così in difficoltà?
"Un po' di confusione e malumori tra società e calciatori. La piazza vive di tifo, è la sua forza e vederli così, che non riescono a fare punti, non si spiega se non per la serenità dell'ambiente e l'autostima che non c'è".
Qual è il segreto della longevità di Quagliarella?
"Fabio è uno spettacolo. Al di là del giocatore, è sempre stato un professionista serio che curava i particolari. Quando hai le qualità naturali e le abbini con una predisposizione al lavoro, fa la differenza. Mi fa piacere poterlo vedere decisivo in Serie A".
Avrebbe creduto a De Zerbi grande allenatore?
"Assolutamente sì, Roberto è sempre stato un maniaco a livello calcistico. Quando giocava e andavamo in ritiro, guardava ogni partita e voleva sempre essere informato sulle novità. Vederlo riuscire a trasmettere le sue idee e fare così bene è veramente bello, e non mi sorprende".
Chi il giovane attaccante italiano che potrebbe essere la prossima rivelazione?
"Mi viene in mente Scamacca, per forza fisica, atteggiamento e personalità. Può essere uno degli attaccanti migliori dei prossimi anni, anche per la Nazionale".
Sorpreso dalla seconda giovinezza realizzativa di Destro?
"Gli attaccanti vivono di momenti e di fiducia. La carriera di Destro è particolare, parte con una prospettiva da top prima di un calo. Ora sembra rinato, un ragazzino, e credo derivi dalla fiducia data dal proprio allenatore: potrebbe essergli scattata la molla. Può riprendersi il tempo perso".
Chi la delusione del campionato?
"Chi secondo me poteva fare di più, vedendo le idee di inizio stagione, è la Fiorentina. Non ci aspettavamo di vederla così giù, ma in lotta per l'Europa: invece stanno facendo il solito campionato da media classifica in giù, ma una piazza del genere deve fare qualcosa di più".
Il calcio dei grandi deve pensare al domani?
"Per me è un tasto bello da toccare, i bambini sono il futuro e bisogna cercare di dare più attenzione alle piccole realtà, partendo dagli oratori. Stiamo perdendo lo stare insieme, vivere uno spogliatoio con la cultura mentale di voler condividere gli spazi. Da anni, purtroppo, succede questo, e io con mio fratello e un amico organizziamo camp a Bergamo, ma vediamo che sta venendo a mancare la passione, anche dei genitori. Serve ripartire dai più piccoli".
Servirà un lavoro mentale importante.
"Quello che stiamo passando e vivendo, globalmente, è una botta fisica ma soprattutto mentale molto pesante per tutti. Chiaro però che chi paga di più sono i ragazzi: a casa ho due figli e vedo che non hanno stimoli, che fanno fatica a reagire. Fa male, ma spero che tutto passi più presto possibile".