Juventus, "Agnelli incontrava i mafiosi". La nota del club: "Nessun dipendente o tesserato indagato in sede penale. Tuteleremo la nostra onorabilità in sede legale"
Ecco il comunicato della Juventus in risposta all'articolo di giornale de Il Fatto Quotidiano:
"Juventus Football Club e il Presidente Andrea Agnelli, alla luce di alcuni articoli pubblicati in questi giorni, comunicano di aver affidato ai legali la tutela della propria onorabilità e rispettabilità. Si precisa che la Procura della Repubblica di Torino ha avviato, e recentemente concluso, un'indagine su alcune famiglie ritenute appartenenti alla ‘ndrangheta alle quali si contestano oltre a reati contro persone e patrimonio, anche il tentativo di infiltrazione in alcune attività di Juventus Football Club. Si ricorda inoltre che nessun dipendente o tesserato è stato indagato in sede penale. Si precisa altresì che, nel pieno rispetto delle indagini e degli inquirenti, la società ha sempre collaborato mantenendo uno stretto riserbo a tutela del segreto istruttorio. Per quanto attiene alla giustizia sportiva, la società ha già dimostrato fattivamente la propria disponibilità a collaborare"
Nota della Società. https://t.co/Qs1txjGnTu pic.twitter.com/o8E3RxsSUE
— JuventusFC (@juventusfc) 26 gennaio 2017
9:52 - Il Fatto Quotidiano fa emergere nuovi dettagli riguardo l'inchiesta dei PM di Torino sulla Juventus e i rapporti con il tifo organizzato. Scrive l'ex prefetto Giuseppe Pecoraro, il procuratore della Federcalcio, nel documento di chiusura indagini spedito anche al figlio di Umberto e agli altri dirigenti coinvolti: "Con il dichiarato intento di mantenere l'ordine pubblico nei settori dello stadio occupati dai tifosi 'ultras', (Agnelli) non impediva ai tesserati, dirigenti e dipendenti della Juventus di intrattenere rapporti costanti e duraturi con i cosiddetti gruppi ultras', anche per il tramite e con il contributo fattivo di esponenti della malavita organizzata, autorizzando la fornitura agli stessi di dotazione di biglietti e abbonamenti in numero superiore al consentito, anche a credito e senza presentazione dei documenti di identità dei presunti titolari, così violando disposizione di norme di pubblica sicurezza sulla cessione dei tagliandi per assistere a manifestazioni sportive e favorendo, consapevolmente, il fenomeno del bagarinaggio". Poi gli inquirenti sportivi inseriscono nel testo l'accusa più grave per Agnelli: "Ha partecipato personalmente, inoltre, in alcune occasioni, a incontri con esponenti della malavita organizzata e della tifoseria 'ultras'".