Capello: "A Roma prima di vincere devi costruire e rimodellare la mentalità. Cassano il più talentuoso tra i giallorossi che ho allenato"

25.10.2019 18:16 di  Simone Valdarchi  Twitter:    vedi letture
Capello: "A Roma prima di vincere devi costruire e rimodellare la mentalità. Cassano il più talentuoso tra i giallorossi che ho allenato"
Vocegiallorossa.it
© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Dopo la frase contro Zaniolo, è tornato a parlare di Roma Fabio Capello, ex allenatore tra gli altri dei giallorossi con i quali ha vinto uno Scudetto nel 2001. Il tecnico friulano è stato intervistato ai microfoni di Radio Radio. Queste le sue dichiarazioni:

Come mai è così difficile vincere a Roma?
«Se tu vai alla Juventus diventi un operaio. Vai al Milan ed è lo stesso discorso. Entri a Madrid e quello che è alla reception ti dice che sei nel club più importante del mondo. Vieni a Roma e devi costruire, rimodellare la mentalità di tutto. Noi abbiamo vinto un campionato e io dicevo: “Basta fare festa, lo abbiamo fatto per sei mesi”. Io ho vinto ovunque, ma Roma è stato l’unico posto dove non abbiamo fatto la festa tutti assieme con calciatori e famiglie. Questo significa che si dà importanze ad altre cose. Io ho chiesto il perché non avessimo fatto una festa tutta nostra».

Accetterebbe di fare il presidente della Roma?
«No lasciamo stare, sono un pensionato. Sono chiacchiere da televisione».

Voleva portare a Roma Ibrahimovic?
«L’ho visto per la prima volta a Roma quando giocammo contro l’Ajax. Poi sono andato alla Juventus e gli ho chiesto di comprarlo».

C’è un giocatore che ha allenato e non ha rispettato le attese iniziali?
«Sotto questo aspetto ho avuto poche delusioni. Se devo dirne uno che mi fa arrabbiare anche se è un amico è Cassano. È il giocatore con più talento che c’era nella Roma. Si è buttato via e me lo sono trovato anche a Madrid».

Più di Totti era talentuoso?
«Negli ultimi venti metri si perché aveva capacità di dribbling nello stretto. Totti aveva qualcosa in più quando calciava da fuori».

Un ricordo su Franco Sensi.
«Gaucci mi diceva sempre di chiamare Sensi. Lo chiamai e mi disse di vederci e poi mi chiese di mandare il mio avvocato per venire a Roma».