Riise e Cassetti, i forzati della difesa

26.04.2010 19:45 di  Gianluca Ricci   vedi letture
Fonte: Vocegiallorossa.it
Riise e Cassetti, i forzati della difesa
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© foto di Alberto Fornasari

In questo scorcio finale di torneo, il reparto che sta mostrando maggiori segnali di stanchezza è la difesa. E in particolare gli esterni. Portata quasi a termine una stagione che li ha visti esprimersi su livelli d’assoluta eccellenza, Cassetti a destra e Riise a sinistra sono meno decisamente meno brillanti rispetto a qualche settimana fa. Thunderbolt, con la sfida di ieri sera, ha raggiunto quota 2903’ giocati in campionato, alla straordinaria media di 83’ per ciascuna gara. “Non sento la fatica perché giocando mi ricarico”, ha ripetuto in più d’un’intervista il mancino di Aalesund. Tuttavia, nonostante un innegabile spirito di sacrificio, il roscio del gol-vittoria sul campo della Juventus, avrebbe bisogno di tirare il fiato. Lo stesso discorso vale per Marco Cassetti, che ha un minutaggio molto più basso rispetto al compagno di reparto (2173’) ma anche lui non è più nella stessa condizione di un paio di mesi fa.

Al pari di Riise, anche il numero 77 mattatore del derby d’andata, si è rivelato decisivo in moltissime occasioni e ora – che avrebbe bisogno di frenare un po’ – non può permetterselo per mancanza d’alternative nel ruolo. Se l’alternativa all’ex Liverpool sulla fascia sinistra è Max Tonetto, ancora alla ricerca di una condizione accettabile dopo l’infortunio al tendine d’Achille di novembre, a destra l’alter ego di Cassetti è Marco Motta. Sì proprio lo stesso del quale Ranieri bloccò personalmente la cessione al Manchester City. Salvo poi concedergli solo minimi spezzoni di partita qua e la tra campionato e Coppa Italia. A parte i fattori esterni e qualche errore di valutazione nel fare la formazione o nel decidere i cambi, la lacuna più preoccupante della Roma attuale è proprio quella di non poter contare su riserve all’altezza della situazione in alcuni ruoli chiave. Al calate il sipario mancano solo quattro partite e quel che è fatto è fatto. Però a luglio bisognerà correre, e in fretta, ai ripari.