Scacco Matto - Roma-Bologna 1-1: Donadoni affolla il centro, Spalletti non apre la scatola

12.04.2016 21:40 di Gabriele Chiocchio Twitter:    vedi letture
Fonte: Redazione Vocegiallorossa - Gabriele Chiocchio
Scacco Matto - Roma-Bologna 1-1: Donadoni affolla il centro, Spalletti non apre la scatola
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Non va oltre l’1-1 la Roma contro il Bologna, lasciando scappare il Napoli a +6 e vedendo l’Inter tornare a -6 a 6 giornate dal termine della stagione.

LE SCELTE - Pur con l’assenza di Nainggolan, Luciano Spalletti non rinuncia al suo assetto con i tre attaccanti piccoli davanti: non c’è Džeko e a centrocampo, per la prima volta, è titolare Iago Falque, insieme a Miralem Pjanić e a Daniele De Rossi, in campo al posto di Seydou Keita, vittima di problemi alla schiena. Formazione di contenimento invece per Donadoni, che lascia Sergio Floccari unico riferimento davanti, rimpolpando il centrocampo a cinque con Rizzo, Donsah, Diawara, Brighi e Zúñiga.

LA PARTITA - Il Bologna erge un forte a protezione della sua porta, giocando alcune fasi di gioco anche con sei uomini in linea e lascia palla alla Roma, che dal canto suo non ha le idee chiarissime. L’inizio della gara degli uomini di Spalletti vede uno schieramento con una sorta di 4-4-2, in cui Iago Falque e Perotti partono dal centro per svariare su tutto il fronte, e El Shaarawy e Salah iniziano larghissimi per sfruttare gli spazi generati, almeno nelle intenzioni, dai compagni. Il tentativo non ha esito e dopo circa quindici minuti Spalletti inverte la posizione di Iago Falque e Salah, portando l’egiziano al centro: numerosi sono i lanci per l’ex attaccante della Fiorentina, ingabbiato però dai tanti difensori e centrocampisti in zona, che costringono la Roma a spostarsi sugli esterni, dove però né Florenzi, che spesso sale spingendo all’interno Iago Falque, né El Shaarawy, più attivo in area di rigore rispetto al suo corrispondente, riescono a sfondare. Un fulmine di Pjanić regala ai giallorossi la più grande occasione del primo tempo, ma il palo nega a Salah il vantaggio e il Bologna passa nel corso dell’azione successiva: un calcio di punizione in cui Szczęsny è insicuro nel posizionamento e Rüdiger un po’ morbido nella marcatura su Rossettini, che timbra da pochi passi il suo terzo centro in campionato.

I CAMBI - Già nella parte finale del primo tempo entra Pulgar al posto di Donsah, mentre all’intervallo Spalletti lascia Iago Falque nello spogliatoio e inserisce Francesco Totti, che si posiziona centravanti nel 4-2-3-1, con Perotti alle sue spalle. I giallorossi iniziano fortissimo, centrando il terzo palo della loro partita con Salah e arrivando al pareggio, grazie a un pallone recuperato alto da Pjanić e servito con precisione da Totti all’egiziano. Il capitano ha la funzione di apriscatole: quando riceve, forza sempre la giocata per sollecitare la difesa ospite, con licenza sì di svariare ma spostandosi più verso destra, così come tutta l’azione offensiva giallorossa. El Shaarawy resta infatti isolato a sinistra e i giallorossi potrebbero ribaltare il fronte, ma preferiscono insistere da quel lato con le corse di Florenzi e soprattutto Salah: Donadoni fiuta il pericolo e fa entrare Oikonomou, spostando Mbaye sul lato assediato per coprire con maggiore velocità. Spalletti, invece, concede a Edin Džeko, non in condizione di partire titolare, gli ultimi venti minuti e la Roma non sfrutta la sua presenza, visto che di lanci lunghi ne arrivano molto meno di quelli che partivano verso Salah nel primo tempo. Gli ingressi di Krafth e Keita non modificano più il copione della partita.

LA CHIAVE - Donadoni infoltisce la zona centrale del campo per contrastare l’elevata capacità di agire in verticale della Roma, i giallorossi sono forse sfortunati a non sfruttare quanto prodotto per andare in vantaggio ma non riescono di fatto a sfondare le resistenze avversarie, pagando un errore su calcio piazzato e pareggiando grazie a un flash nel secondo tempo. Probabilmente più fisicità avrebbe permesso una maggiore presenza centrale e facilità nel recupero del pallone, avvenuto con meno frequenza rispetto a gare precedenti.