Scacco Matto - Lione-Roma 4-2, i giallorossi si chiudono in gabbia
Un tempo è troppo poco per la Roma, che nel secondo si consegna al Lione e perde 4-2, con la qualificazione che resta appesa a un filo.
LE SCELTE - Spalletti si presenta all’appuntamento con la formazione tipo, fatta eccezione per il portiere e per lo squalificato Antonio Rüdiger. Tra i pali va Alisson, con Konstantinos Manōlas, Federico Fazio e Juan Jesus davanti a lui. Bruno Peres ed Emerson Palmieri sono gli esterni, con Daniele De Rossi e Kevin Strootman in mediana. A spuntarla come compagno di merende di Radja Nainggolan alle spalle di Edin Džeko è Mohamed Salah, con Diego Perotti e Stephan El Shaarawy che partono dalla panchina. Nel tridente del Lione non c’è Nabil Fekir, ma Rachid Ghezzal con Alexandre Lacazette e Mathieu Valbuena.
SI SOFFRE SUGLI OUT - La prerogativa del Lione è, come noto, l’utilizzo delle corsie esterne: Rafael e Ghezzal da un lato e Morel e Valbuena dal lato costituiscono due catene che mandano in difficoltà la Roma, seppur in modo diverso. A sinistra, l’ex Dinamo Mosca accentra molto il gioco per favorire, poi, le combinazioni strette, mentre a destra l’ex terzino del Manchester United spinge molto favorendo il classico movimento a rientrare del compagno. In quella zona di campo, anche a causa di un aiuto non sempre puntuale da parte di Emerson Palmieri, chiamato da Spalletti a rientrare il minimo indispensabile, la Roma concede diversi calci di punizione, il primo dei quali è quello che porta in vantaggio il Lione con il colpo di testa di Mouctar Diakhaby, perso da Fazio e Džeko dopo la spizzata di Rafael.
VINCERE LA LOTTA - Se nelle gare precedenti, erano i difensori centrali a essere principale oggetto di pressing, il Lione sceglie invece di infastidire l’inizio azione romanista aggredendo Daniele De Rossi, marcato a uomo da Corentin Tolisso. La contromossa di Spalletti è lineare: Nainggolan retrocede di qualche metro, diventando mezzala e formando un vero e proprio centrocampo a 5, contro cui la squadra di Bruno Génésio difende con un 4-4-2 in cui i difensori centrali sono due classe 1996 come Diakhaby ed Emanuel Mammana: un fattore che il Lione paga in occasione del gol del pareggio di Mohamed Salah, che sfrutta uno svarione proprio del marcatore dei padroni di casa. La rete interrompe un momento della partita in cui il Lione voleva sfruttare il vantaggio per controllare il ritmo della partita e il possesso del pallone. Tornati sul piano della lotta, invece, i giocatori in maglia bianca cominciano a uscire sconfitti da più duelli individuali del consentito tante seconde palle alla Roma, che si porta in vantaggio con un colpo di testa di Fazio, che ha l’opportunità di offendere proprio grazie a un rimbalzo preso e pulito da Nainggolan.
DA SCELTA A OBBLIGO - Nel Lione dopo l’intervallo c’è Christophe Jallet per Rafael, ma soprattutto ci sono di nuovo i meccanismi offensivi che erano mancati nel primo tempo. Il gol del pari di Tolisso nasce da una combinazione palla a terra con lo scopo di ammucchiare la Roma in un fazzoletto di campo e poi di scaricare dove lo spazio si è aperto. Non solo: con più equilibrio, funzionano maggiormente anche le catene esterne, con gli esterni - specie Emerson Palmieri - presi in in infilata due contro uno. I giallorossi, al contrario, attaccano in due fasi: ripartenza dopo le offensive avversarie e tentativo di immediata riconquista sulla perdita del pallone, che però se male eseguita porta a una nuova opportunità per il Lione. Col passare dei minuti, poi, la scelta iniziare di aspettare e ripartire diventa un obbligo, perché i padroni di casa alzano i giri e i metri che i giocatori della Roma devono percorrere aumentano, vista anche la scarsa compattezza e un ordine progressivamente sempre minore. Génésio fiuta l’occasione e rinuncia a Mammana, inserendo Fekir: il modulo diventa 4-2-3-1, con Maxime Gonalons che diventa difensore centrale. Uno squilibrio che la Roma non sfrutta e che paga quasi subito, proprio da Fekir che col sinistro si libera di tre difensori e calcia dentro.
PERCHÉ COSÌ TARDI? - Ci si aspetta una reazione dalla panchina, ma il primo cambio arriva oltre l’80’, con Leandro Paredes che sostituisce De Rossi, dopo che per il Lione Maxwel Cornet ha già sostituito Ghezzal. Dopo di lui entra Diego Perotti, che è fresco ma che fa in tempo a sbagliare quasi tutti i palloni giocati. Il secondo tempo, oltretutto, dà anche fiducia ai singoli del Lione, fiducia scaricata nel destro di Lacazette, che, forse con l’ausilio di una deviazione, insacca dalla media distanza un bolide che rende tutto ancora più difficile per il ritorno. Abbastanza incomprensibile l’ultima sostituzione: a Stephan El Shaarawy vengono concessi 60 secondi a situazione compromessa, oltretutto al posto di un Džeko sì in ombra, ma dotato di centimetri per prendere l’eventuale pallone della disperazione.