Il pagellone del 2017
Szczesny 7: quando a giugno se n'è andato sembrava non si potesse più giocare senza il polacco. Ha fatto bene il suo dovere, con una buona dose di pazzia e scelleratezza. Promosso.
Alisson 7: dopo anni di miserie, la Roma ha sostituito agevolmente Szczesny con il portiere della nazionale brasiliana. Un anno in naftalina per capire come va il mondo e ora sta dimostrando di valere l'investimento (neanche troppo alto) e, soprattutto, la fiducia di tutta la società.
Lobont sv: zitto, zitto, è da nove anni che è a Roma. Leggenda.
Bruno Peres 5: fosse per il sorriso, l'allegria e l'impegno sarebbe titolare inamovibile. Per le prestazioni, sta spesso in panchina. Nulla di personale.
Emerson 6: sarà la faccia da bravo ragazzo, sarà il curriculum non proprio esaltante ma quando l'ex Palermo è sbarcato a Roma è stato trattato come il brutto anatroccolo. Pian piano, ha conquistato tutti e, se non fosse stato per l'infortunio, avrebbe potuto far rifiatare Kolarov senza costringerlo a delle autentiche maratone.
Fazio 7: El Comandante guida con forza e determinazione la difesa giallorossa. Messo inizialmente in disparte da Di Francesco, si è ripreso il campo lavorando in silenzio, come un vero leader. Non urla, non sbraita, non regala momenti epici alla storia ma c'è. È sempre presente, sempre puntuale, sempre preciso. La contraerea migliore della serie A.
Jesus 6: come il suo più celebre omonimo, muore e poi risorge. Fa un errore che attira le ire del pubblico ma poi è capace di risollevarsi con alcune ottime prestazioni. Sta migliorando, e deve ancora migliorare, nella concentrazione.
Manolas 7: l'immagine statuaria dell'eroe greco senza macchia e senza paura viene un pochino intaccata dalla facilità con cui va a terra. Particolari ininfluenti se poi risulta sempre tra i migliori in campo. Passa da ex giocatore della Roma a colonna portante nel giro di una notte, quando rifiuta di emigrare nella gelida Russia. Rinnova il contratto e sembra sempre più calato della realtà romana. Civis romanus est.
Mario Rui 4: lo scorso anno lo passa in tribuna per l'infortunio al crociato. Torna e deve vedersela con un Emerson che viaggia come un treno. Poi si fa male Emerson, sembra essere la sua occasione ma decide di andare a Napoli, costringendo la Roma a comprare un campione come Kolarov. Tra l'altro, a Napoli inizia dalla panchina fin quando anche Ghoulam si fa male. Coincidenze? Nel dubbio, il consiglio è di non provare a ostacolarlo.
Rüdiger 6.5: forte, prestante e leader in campo. Un peccato averlo dovuto salutare a giugno. Monchi aveva deciso di cedere Manolas, alla fine è partito il tedesco. È stato bello finché è durato. Breve ma intenso.
Vermaelen 4: è passato a Roma senza lasciare tracce. A Barcellona, complice l'infortunio di Umtiti, è ora un talismano inamovibile. È il calcio, bellezza.
Castan sv: gli auguriamo di cuore di trovare un'altra squadra e di tornare a essere un calciatore. Non entra nelle turnazioni neanche per sbaglio.
Karsdorp sv: l'olandese si è ambientato con scioltezza nella capitale. È un terzino e, quindi, si è sentito in dovere di farsi un crociato per rispettare una tradizione ormai radicata qui a Roma. Da apprezzare.
Moreno sv: l'abbiamo visto talmente poche volte che è difficile trarre un giudizio.
Kolarov 7.5: è arrivato con il difficile compito di sostituire Mario Rui. Molti avrebbero rifiutato ma lui no, lui è un lottatore e ha accettato la sfida. Ci mette 31 minuti per trasformare i fischi (per il suo passato laziale) in applausi. Sblocca subito la gara di Bergamo e inizia a fare il regista sulla fascia. Decisivo per la vittoria nel girone, prende per mano la squadra a Londra quando era sul punto di crollare definitivamente. Segna un gran gol e dà la carica per la gara che deciderà il girone. In calo nelle ultime partite, contro il Sassuolo riesce comunque a creare tre nitide palle gol. Se poi i suoi compagni non segnano, non è colpa sua.
Florenzi 6: terzino, centrocampista, esterno offensivo, doppiatore, dove lo metti sta. Torna alla grande dopo il doppio infortunio al crociato. Non è ancora ai suoi livelli, probabilmente, ma considerando i due gravi infortuni e l'anno passato in tribuna, è tornato a livelli più che accettabili.
De Rossi 5.5: in fase calante e nessuno se la prenda. Dà l'anima in campo, lo farà sempre, ma è anche vero che il suo sostituto non è al momento all'altezza.
Gonalons 4.5: a Lione era un buon giocatore. Qui non ha ancora mostrato nulla. Anche quando gioca bene, macchia la sua partita con errori grossolani e palloni persi ingenuamente. Rimandato.
Gerson 6.5: da Carneade a titolare nella gara più importante del girone di Champions, a Londra. Il calcio evolve rapidamente, bisogna sapersi adattare. Lui si sta adattando al nostro calcio, alternando buone prestazioni ad alcune meno brillanti ma almeno ci si può veramente contare. Decide la gara di Firenze, regala qualche perla. Non scordiamoci che ha 20 anni.
Grenier 6: gioca 150 minuti con la maglia della Roma. Non li gioca nemmeno così male ma viene rispedito al mittente con tanti saluti.
Nainggolan 7: un tornado in campo, smuove mari e monti. A volte è confusionario quando tenta la conclusione ma a volte corre per tre. Lo scorso anno segnava di più, giocando anche più vicino alla porta. Quest'anno non trova la mira ma è apprezzabile anche da rifinitore. L'energia fatta persona.
Paredes 5.5: qualcuno si è strappato le vesti, i capelli e la dignità per la partenza di un discreto giocatore, dotato di ottimo tiro ma troppo lento. Misteri dell'ambiente romano.
Strootman 5.5: non è ancora tornato il giocatore meraviglioso ammirato prima dell'infortunio. Non gioca male, sia chiaro, ma non si smuove dal 5.5-6 in pagella. 6.5 nelle giornate migliori, troppo poco. Lo rivedremo mai?
Pellegrini 6: la classe ce l'ha, il passaggio smarcante pure. L'intelligenza tattica non gli manca, la determinazione nemmeno. Ha tutto per diventare un ottimo giocatore, tra i migliori del suo ruolo. Gli manca solo continuità ma ha solo 21 anni. Entro un paio di anni sarà titolare inamovibile.
Salah 6.5: se dovessimo giudicare anche l'ultima parte dell'anno, quella giocata a Liverpool, sarebbe da 10 in pagella. Giocatore straordinario, forse Roma iniziava ad andargli stretta. I fantasmi dei suoi gol aleggiano ancora sopra Trigoria. Chi li sostituirà?
Perotti 6: quando parte palla al piede sai che farà fuori 2-3 avversari con scioltezza. Con Di Francesco ha iniziato alla grande ma, nelle ultime settimane, è in netto calo e a volte è addirittura impalpabile. #saveDiego.
El Shaarawy 6: se decide di giocare è da 8 in pagella. Facile, facile. Basti vedere la notte di Champions contro il Chelsea ma se non è in giornata non segna nemmeno con le mani.
Ünder 5.5: under le aspettative, almeno per ora. È acerbo, deve maturare ma a Roma non c'è tempo, non c'è pazienza. Sarebbe meglio darlo via in prestito.
Schick sv: arriva infortunato e continua a infortunarsi per qualche altra settimana. Schiacciato dal peso del suo cartellino, sbaglia il gol che non avrebbe dovuto sbagliare, nello stadio sbagliato e, soprattutto, nel momento sbagliato. Ci piacerebbe poter controllare tutto delle nostre vite ma, spesso, sono i singoli istanti a determinarle. Se non sarà capace di scacciare il fantasma dell'Allianz Stadium non riuscirà a rialzarsi. Va difeso. L'alternativa è solo il masochismo.
Defrel 5: passa dalla provincia alla Capitale. Ripassa dal ruolo di punta a quello di esterno. Sbaglia di tutto sotto porta. Si fa male, si fa male ancora: “Se qualcosa può andar male, andrà male”, diceva il vecchio Murphy.
Dzeko 6.5: l'anno scorso segnava anche a occhi chiusi di spallina. Quest'anno fatica molto di più. Gioca molto per la squadra, fa quel che deve fare. Se segna un gran gol, viene annullato per fuorigioco. Che fatica.
Totti number 10: le emozioni che ci ha fatto vivere lo scorso 28 maggio rimarranno impresse in tutti noi. Dispiace per chi non era all'Olimpico, noi umili fortunati abbiamo assistito a un evento che sarà proiettato nella storia per l'eternità.
Spalletti 7: al netto della scellerata gestione della questione Totti, fa il massimo con la Roma che ha a disposizione.
Di Francesco 6.5: idee chiare, mente lucida, carattere forte ma, allo stesso tempo, mite. L'ideale per resistere in un ambiente schizofrenico come quello romano. Il calo dell'ultimo mese non deve cancellare quanto fatto di buon finora, soprattutto in Europa. Essendo arrivato solo sei mesi fa, non può che migliorare.
Sabatini 6.5: ridendo e scherzando, ha mantenuto la Roma ai vertici senza poter contare su grandi risorse.
Monchi 6: è arrivato quando le altre squadre avevano già intessuto contatti e relazioni. Il prossimo mercato di giugno sarà fondamentale per capire come si sarà ambientato fuori da Siviglia
Baldissoni 7: vince la difficilissima partita dello stadio, passando per tre sindaci e una quantità infinita di assessori. Una maratona.
Pallotta 7: parla di meno ultimamente e non è per forza un male. Porta a casa lo stadio, prende il miglior ds in circolazioni per sostituire Sabatini.
I Crociati: menzione d'onore per chi ci tiene compagnia ormai da anni. Senza la rottura di qualche legamento, ci sentiremmo spaesati, senza un pilastro, senza la colonna portante della nostra esistenza.