Italia, De Rossi: "Allenatore Roma? Non serve per forza uno simile a Spalletti. Dopo il Mondiale smetto con la Nazionale"
Daniele De Rossi, impegnato in questi giorni con la Nazionale azzurra, è intervenuto al fianco del ct Ventura in conferenza stampa alla vigilia della sfida contro l'Uruguay. Queste le sue parole riportate da Tuttomercatoweb.com: “L'ultimo Italia-Uruguay? Ho un ricordo negativo, una giornata negativa in un clima inspiegabile per chi non c'era. Ero anche infortunato, quindi si aggiunge anche quest'amarezza. Usciva da un percorso durato 2 anni, facendolo male, perché ha fallito passando il girone. Questa partita serve per il ranking, in quella prima avevamo pareggiato un paio di partite, forse con l'Armenia, quindi siamo davanti a un altro obbligo. Quello di fare punti per il ranking". Il centrocampista giallorosso è stato interpellato anche sulla UEFA Nations League: "Dipenderà in base alle fasce di valore, altre partite di livello che giocherà la nazionale. Ci sarà qualcosa di più in palio invece delle semplici amichevoli. Se sarà da settembre 2018 non so quanto mi coinvolgerà, anzi, penso di no... ti vai a giocare partite che valgono, sarà interessante". Sugli allenatori invece ha detto: "Il passaggio da Conte a Ventura, al di là dei risultati ancora positivi, c'è stato un discorso di continuità anche per l'idea di gioco, secondo me. La Roma... mi auguro ci sia una continuità, sia da parte della guida tecnica che della società. Spero che si continui su questo livello, innanzitutto, poi dipenderà dalla gestione di un nuovo allenatore che non sappiamo ancora chi è. Il nostro lavoro è capire cosa vuole un allenatore, saper cambiare, non bisogna prendere uno per forza simile a Spalletti". Il neo primo capitano della Roma ha commentato anche il numero di presenze con la maglia azzurra: "Per me è un grande onore superare Zoff, l'ultima volta raggiungevo il portiere e non ho finito la partita, passiamo alla prossima domanda... ora c'è Zoff, fra poco Pirlo, parliamo di mostri sacri del calcio italiano". Un pensiero è andato anche sull'Inter di Spalletti: "Mi dispiace, è un allenatore a cui sono legato, è molto forte.
Spero non lo farà vedere all'Inter, sarà una rivale per la piazza d'onore o forse qualcosa di più. Non vedermi all'Inter non mi fa effetto, non ci sono mai stato. Sarebbe stato particolare vedermi con un'altra maglia, di qualsiasi colore. Ho 34 anni fra un paio di mesi, sono strasicuro che potrò essere un giocatore importante per il Mondiale, già arrivarci significa avere una grande condizione fisica... se penso al 2020, 37 anni, bisogna essere realisti con noi stessi. Roma e l'Italia sono casa mia, se ci sarà bisogno sarò sempre presente. Se parlo con i miei amici davanti a una pizza, orientativamente, il Mondiale sarà l'ultima esperienza in nazionale. A oggi è il mio ultimo contratto con la Roma". Due parole De Rossi le ha spese anche sulla finale di Champions League a Cardiff: "Abbiamo parlato due minuti, io e Buffon, in queste giornate hanno dovuto raccontare e spiegare la stessa partita, rievocando ricordi non belli. Gufare? Non lo scopriamo adesso, sarebbe stato uguale con un'altra squadra italiana. Il fatto che ci siano sempre loro aumenta l'odio... odio è sbagliato, rivalità fra tifoserie. Io la vivo diversamente. Quando ero ragazzino sono andato a vedere Ajax-Juventus a Roma e tifavo per l'Ajax. Cresci così, mio padre non era un tifoso sfegatato... Ho visto amici con le lacrime agli occhi, Buffon avrebbe meritato di vincerla non solo per la Champions ma per il Pallone d'Oro".