Fienga: "Pallotta soffre per la Roma come per un figlio, sta dando tutto sé stesso"
I due dirigenti della Roma Guido Fienga e Morgan De Sanctis sono intervenuti nell'evento organizzato per festeggiare il 50esimo anniversario della fondazione del Roma Club Testaccio. Fienga ha è interveuto con queste dichiarazioni: "James Pallotta è una persona che sta dando tutta sé stessa per la Roma. Recentemente gli abbiamo chiesto anche un aumento di capitale, che significa compensare con i fondi propri quello che serve per far ripartire la società ed è stato approvato. Ho un contatto assiduo e quotidiano con lui, tanto è vero che se parlate con Jim vi può dire qualsiasi cosa su quello che succede. Il fatto che non venga qui dipende sia dalla sua vita che da una serie di scelte. Nell'ultimo periodo non ha ricevuto tutto questo calore. Può succedere che non la pensiamo uguale come il caso di Daniele De Rossi, che è stato il caso più violento di disaccordo: è stata una scelta della società di cui mi intesto anche la responsabilità, ma lo stiamo facendo solo e soltanto per il futuro della Roma, tanto è vero che continuiamo a investire nella Roma senza togliere un euro dalla Roma. Possiamo sindacare se i soldi sono stati spesi male, ma li abbiamo spesi, anzi ne stiamo spendendo tanti. Jim tiene alla Roma, soffre per la Roma anche più di me, forse perché la vede da fuori come un figlio che non rende e il papà soffre. Vorrei che stesse di più a Roma e credo che verrà. Alla fine ci piace far vedere i fatti. Purtroppo ancora non sono i trofei, ma ritengo che stiamo ripartendo facendo delle cose buone. Ci interessa solo vincere e speriamo di riuscirci. Non è una promessa, è uno stato d'animo: se non vinciamo non siamo soddisfatti. Lo dico anche a voi: se vinciamo 3-4 partite e siamo contenti, non esaltiamoci perché o vinciamo veramente alla fine o non abbiamo fatto niente".
Queste invece le parole di Morgan De Sanctis: "Ci tenevo a salutare tutti. Sei anni fa ho avuto il grande privilegio di entrare a far parte nella famiglia giallorossa. Quell'estate si veniva da una partita sfortunata che ha segnato negativamente la storia della Roma, mi auguro di poter essere testimone da dirigente giallorosso della rivincita di quella partita. In quell'estate non c'erano umori altissimi. Il popolo giallorosso ha dovuto subire delle grandi delusioni ma si è sempre saputo rialzare. Ricordo bene la prima volta che ho avuto il contatto diretto con il pubblico all'Olimpico ed era dopo quel 26 maggio che ho percepito la voglia di rivalsa e di combattere dei tifosi romanisti. In un certo senso, l'ultima estate è stata piena di cose particolari per la storia della Roma. Come successo allora con società, giocatori, squadra e tifosi eravamo ripartiti forti e l'auspicio adesso è che questo nuovo ciclo possa portare dei grandi risultati alla Roma. Io me lo auguro, come ho fatto sei anni fa da calciatore, cercherò di dare il massimo contributo da dirigente".